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Il nuovo Veltroni imita il Cav: «Meno tasse per tutti»

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Lo fa davanti all'Assemblea costituente del partito che, già che c'è, approva all'unanimità anche lo statuto, il manifesto dei valori e il codice etico. Il resto è un film già visto. Già visto il verde Pd che domina la scena. Già visto il simbolo su cui spicca la scritta «Veltroni presidente». Già visto il prato, vero, che copre una parte del palco (il resto, per evitare pericolosi scivoloni, è parquet). Già viste le foto delle colline toscane che compaiono sullo sfondo. Già visti i cartelli stile Usa con lo slogan «Si può fare». Già vista la bandiera italiana che fa bella mostra di sè a sinistra del podio. Già vista, o meglio, già sentita la canzone «Mi fido di te» di Jovanotti, inno indiscusso del Pd. Anche i 12 punti programmatici veltroniani ammiccano al passato più che al futuro. Un'ora e mezza per illustrarli, 45 pagine (che il segretario arrichisce con qualche divagazione personale) e una frase, che rimane impressa nella memoria più delle altre: meno tasse. Sembra quasi di sentire Silvio Berlusconi. In fondo è stato lui, nel 2001, a coniare lo slogan «Meno tasse per tutti». Veltroni si limita a circoscrivere il campo. Le imposte non verranno ridotte proprio a tutti, spiega, ma «ai contribuenti leali, che sono tanti, lavoratori dipendenti e autonomi, e che pagano davvero troppo». Per loro la ricetta è: un taglio delle aliquote Irpef di un punto l'anno nel triennio 2009-2012. Per la verità anche il resto delle «dodici proposte innovative che possono cambiare l'Italia» non brilla per originalità. Si va da un maggiore impegno sulle infrastrutture (Tav, ma anche rigassificatori, termovalorizzatori e impianti per energie alternative) ad un cambio di velocità per il Mezzogiorno. E ancora: controllo della spesa pubblica («spendere meglio, spendere meno»), investimenti sul lavoro femminile («congedi parentali al 100% per 12 mesi»), affitti più facili («un grande progetto di social housing per la costruzione e gestione di 700mila unità abitative da mettere sul mercato con canoni compresi fra i 300 e i 500 euro»), interventi per scuola, università e ricerca («cento campus universitari e scolastici dovranno essere pronti per il 2010»), una dote fiscale per ogni figlio nato, lotta alla precarietà, più sicurezza per i cittadini, innnovazione nel campo nella giustizia e, ultimo, «portare la banda larga in tutta Italia» approvando anche «nuove regole per il governo della Rai» (creazione di una Fondazione titolare delle azioni). Questo il dodecalogo veltroniano. Dodici punti che, a partire da oggi, verranno illustrati dal candidato premier nelle 110 province italiane (si parte da Pescara). In ogni caso Veltroni non ha dubbi, «l'alternativa oggi è netta: da una parte la ripetizione di un passato conosciuto, dall'altra l'investimento sul futuro». Lui da che parte sta?

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