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Liti, ripicche e dispetti: al centro ognuno va da solo

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E infine ci sono quelli che da soli non vorrebbero andarci, come Pier Ferdinando Casini, ma siccome la medicina da mandar giù per presentarsi in compagnia del Pdl è troppo amara, della corsa solitaria ne fanno addirittura una battaglia di dignità e di libertà. Tutti insieme fanno parte di quel centro che vorrebbero rilanciare ma che in realtà si è disgregato in mille schegge che difficilmente si potranno ricomporre. Per colpa di veti incrociati che impediscono all'uno di accordarsi con l'altro, anche se sono tutti nati e cresciuti nella vecchia Dc e hanno frequentato piazza del Gesù negli stessi anni. Così non ci può essere intesa tra Casini e la Rosa Bianca, perché Baccini e Tabacci se ne sono andati dall'Udc sbattendo la porta e l'ex presidente della Camera mal sopporterebbe di entrare nel nuovo partito con il cappello in mano di chi va in cerca di un posto. Ed è così anche tra Mastella e Casini. I due si sono cercati e parlati subito dopo l'apertura dell'inchiesta che ha coinvolto tutta la famiglia del leader dell'Udeur ma poi la trattativa si è fermata lì. Ed è ancora più difficile che Mastella riesca ad accordarsi con la Rosa Bianca, visto che Baccini e Tabacci gli hanno già risposto un no secco. Un situazione di stallo che fa balenare il rischio concreto, per tutti, di non superare le soglie di sbarramento fissate per Camera e Senato e non approdare in Parlamento. Mastella, ieri, annunciando ufficialmente di correre da solo alla fine dell'ufficio politico dell'Udeur, ha lanciato nuovamente un richiamo ai suoi colleghi di centro per mettersi tutti insieme. Ma è stato un appello che, per il momento, è caduto nel vuoto. Dalle parti della Rosa Bianca hanno ripetuto stizziti che con il leader dell'Udeur non faranno mai alcun accordo, mentre Casini era troppo impegnato a decidere se entrare o no nel Pdl per ascoltarlo. «Vogliamo correre da soli, ma non in solitudine — ha spiegato il leader dell'Udeur — vogliamo con noi i cattolici inquieti rispetto alla normalizzazione che si sta tentando di fare della politica. Vogliamo andare con quelli che vogliono andare al centro dove c'è un'area enorme, anche perché la partita non è vinta e i sondaggi valgono quel che valgono: per esempio basta che al Senato in Campania ci si metta di traverso e la vittoria del centrodestra non è certa». E ai cronisti che lo incalzavano, Mastella ha spiegato che l'Udeur cercherà il confronto in particolare con l'Udc e con la Rosa Bianca: «Siamo al centro e come tali ci muoveremo. Il centro va riportato all'unità perché in quel caso, se è unito, può fare la differenza al Senato». Per il momento, però, di unità non se ne parla. E anzi, se non bastasse, accanto ai tre partiti, a spartirsi l'eredità del centro, c'è anche Rifondazione Dc di Publio Fiori, la Democrazia Cristiana di Angelo Sandri e la Dc per le Autonomie di Rotondi e Cutrufo. Anche se questi ultimi sono già entrati nel Pdl di Berlusconi.

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