Laura Della Pasqua [email protected] La telefonata ...
Unica eccezione a questa logica sarà la Lega che si presenterà solo al Nord. «No, grazie». Sarebbe stata questa la risposta del leader centrista dopo una giornata di diplomazie sotterranee tra i due partiti e mentre l'Udc continua a perdere pezzi di partito nelle regioni strategiche. Ma sarebbe stata proprio questa manovra di erosione da parte di Berlusconi ai danni dell'Udc ad aver irrigidito ancora di più la posizione di Casini. Piuttosto che tornare da Silvio a testa bassa e in una posizione di debolezza meglio andare avanti da solo, avrebbe confidato ai suoi. Insomma il dado è tratto anche se il leader centrista ha detto che la parola decisiva arriverà oggi: «Così almeno si concluderà questa telenovela». Ma è un'attesa senza suspence giacchè Berlusconi ha già anticipato in serata a Tv7 quello che è stato il tono della telefonata. «Stamattina mi ha cercato lui ma io non potevo e nel pomeriggio l'ho richiamato io. L'accordo? Sarà difficile...». Poi, a fine trasmissione, mentre rientra a Palazzo Grazioli, a chi lo punzecchia ancora sull'argomento risponde tranchant: «Domani o Casini mette la parola fine o altrimenti la mettiamo noi: adesso bisogna decidere». E sulla questione del simbolo non si può tornare indietro «altrimenti dovremmo tirar fuori An che non accetta ci sia un trattamento diverso con un altro partito». Una strategia diversa contrasterebbe con la linea che FI si è data, ovvero «dar vita al Popolo delle libertà, dove tutti siamo entrati alle stesse condizioni, mettendo da parte il simbolo». In trasmissione Berlusconi non si è voluto dilungare oltre. Va oltre. Sulla situazione complicata in Sicilia, si dice ottimista: «Penso che si troverà un accordo. Andremo con la sicurezza della vittoria». Una battuta la riserva anche alla Rosa Bianca: «Credo che quando gli italiani la conosceranno avrà meno di quello 0,8 per cento». Berlusconi promuove l'ipotesi di una candidatura di Giuliano Ferrara come sindaco di Roma. «Ho sentito girare in questi giorni la voce di una sua candidatura qui a Roma, città della cultura e dell'arte. Credo che Giuliano Ferrara sarebbe un fantastico sindaco di Roma». Il leader del Pdl lancia anche un appello agli elettori: «Non ho l'imperativo categorico di vincere. Se gli italiani ritengono che io sia una risorsa della quale servirsi per governare il Paese, per quel che ho fatto nella mia vita e nei cinque anni di governo, sono disponibile». E «per fare questo - prosegue - ho bisogno dei voti degli italiani nella misura tale che io possa governare con una vasta maggioranza alla Camera e al Senato. Se mi danno questi voti mi impegno a farlo». E ostenta scurezza nell'esito dicendo che la campagna elettorale potrebbe anche non farla. «Basterebbe dire: signori, voi mi conoscete, io sono qua, se mi volete per governare il Paese». Il che significa che non c'è timore di una emorragia di voti con l'Udc fuori dalla coalizione. E se anche l'Udeur vuole correre da soli, nessun problema. «Abbiamo dei numeri che ci fanno stare sereni».