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E il Prof torna in campo al fianco di Walter

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Non si può dire che il discorso di Prodi sarà da campagna elettorale, ma di fatto risponderà, pur senza citarlo, alle critiche che gli ha rivolto in questi giorni il rivale di sempre, Silvio Berlusconi. La risposta prodiana sarà fatta soprattutto su numeri e fatti che, dicono i suoi, sarà difficile confutare, proprio perché «oggettivi». Nessun attacco al segretario del Pd, Walter Veltroni: Prodi è infatti convinto che la crisi e la conseguente caduta del governo non siano colpa sua o dell'uscita di Orvieto considerata non proprio felice. Il governo è caduto, è il ragionamento di Prodi, «per una serie di motivi che si sono accumulati nel corso di questi mesi». Certo, è successo in un momento in cui non se lo aspettava, ma pazienza, ormai è un fatto archiviato. Il Professore insomma farà da spalla a Veltroni, e cercherà di togliere, presentando i risultati del governo, un'arma a Berlusconi e al centrodestra: attaccare il Pd per l'eredità lasciata dal precedente esecutivo. Una sintonia con il segretario dei Democratici, questa, apparsa anche dalle parole di Veltroni a Porta a Porta l'altra sera, quando ha definito Prodi un «galantuomo», il suo governo «ottimo» e il motivo della sua caduta «una coalizione troppo vasta». Un aspetto che forse Prodi non toccherà in pubblico ma di cui sarebbe fortemente convinto in privato. Fatto il discorso di oggi Prodi tornerà a Bologna. Il Premier dimissionario, in questo periodo impegnato sull'amministrazione ordinaria, si concederà un po' di riposo, perché, dice chi è della famiglia, «adesso bisogna far decantare un po' le acque». CIl Prof ora sogna la guida permanente del Consiglio europeo.

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