Bianco: «Tra gli ex Dc troppi personalismi»
Anzi, il movimento Libertà e Solidarietà. Insomma, quella cosa lì, quella di Baccini, Tabacci e Pezzotta. E dal suo nuovo osservatorio guarda quello che succede, la nuova guerra per l'aborto, la polemica di Giuliano Ferrara, le scene da '77 con le donne in piazza, le cariche della polizia, il ritornare di slogan che si potevano ritrovare solo sui libri di storia. Di certo lui, Bianco, non ha perso la sua proverbiale ironia sul filo del paradosso. Al punto che si dice d'accordo con la Bonino: «Ha ragione lei, non c'era una ragazza a sfilare in piazza. Nessuna giovane. Sono rigurgiti del passato». Potrebbe esserlo anche la battaglia a favore dell'abolizione della legge 194? «Non credo proprio. Vede, penso che ci sia troppa isteria attorno a questa vicenda». Quale vicenda? «Quella di Napoli. È un caso montato ad arte». Sta parlando del blitz della polizia nell'ospedale dove era in corso un aborto? «Certo, lì c'è stata una telefonata di un infermiere e il magistrato è dovuto intervenire. È obbligato a farlo. Punto. Non si può invocare l'obbligatorietà dell'azione penale solo quando fa comodo. Quello è un principio che vale sempre». D'accordo, tutto ciò arriva dopo una campagna di Ferrara.. «E allora?». Allora lei la condivide? «Penso sia una battaglia giusta ma non la condurrei così. Credo che non ci possa occupare soltanto dell'inizio e della fine della vita. Non basta solo questo. Bisogna essere in grado di offrire un sistema di valori e di principi che siano in grado di dare una risposta all'esistenza in tutte la sue forme». Vuole dire che l'aborto invece è solo un aspetto? «La grandezza della Dc è stata proprio questa. Quella di offrire una sistema complesso di risposte e non affrontare un problema in modo così singolare». Ferrara però impone prepotentemente al dibattito politico un tema che i due principali candidati leader hanno affermato candidamente di non voler affrontare. «E infatti non nego il merito. Dico però che una questione di tale importanza non può essere affrontata in questo modo». In quale modo? «In un modo così eccitato. Come nella vicenda di Napoli o nelle manifestazioni di questi giorni». Insomma, lei condivide il fatto che il tema non debba essere discusso in campagna elettorale? «Penso che sia giusto che in campagna elettorale che si dica chiaramente per quali valori e quali principi ci si batte. Ma, ribadisco, ritengo anche che si debba dare una risposta complessiva, un sistema di risposte». Giuliano Ferrara per aver sollevato un tema è fatto bersaglio di critiche anche violente. «Sono rigurgiti del passato. Minoranze che alzano la voce». I temi cattolici stanno scomparendo dalla politica? «Noi cerchiamo di non farli scomparire». È quello che state tentando di fare con la Rosa Bianca? «È quello che stiamo provando a fare con il nostro piccolo tentativo». Però anche al centro... Tutti vogliono la Dc e ognuno corre per sè. «In che senso scusi?». Mastella corre da solo, Casini corre da solo, Lombardo vuole correre da solo, Baccini e Tabacci stanno correndo da soli... «Noi abbiamo offerto a tutti una cosa comune. Anzi, una rosa comune. Nella speranza che torniamo uniti a batterci per gli stessi valori». Ma per ora restate tutti divisi. «Non posso negare che ci sono ancora troppi personalismi. Ma continuo a sperare che il progetto vada avanti».