«Ma quale Silvio pacato
Lei è la donna che cura l'immagine del Cavaliere da oltre quindici anni. Da prima della discesa in campo. È l'imagine maker del Cav, sceglie le uscite, le posizioni, i modi con i quali pronunciare frasi e temi. Ha studiato e ristudiato la puntata di Porta a Porta di tre sere fa. E sotto sotto, ma quasi non lo ammette, ha visto e rivisto anche lo sfidante, Walter Veltroni. Del quale non parla mai. «No, non commento», premette. Anche se qualcosa si lascia scappare: «Conosce il mezzo, è un grande esperto di cinema. Per noi, comunque, non cambia nulla. Faremo la nostra campagna elettorale come sempre». Come sempre, dunque. E come sempre Berlusconi è partito con toni soft, rassicuranti: «Ho visto tutto questo dibattito. Ma il dottore è sempre stato pacato. Può essere più o meno esuberante, magari può emozionarsi per una particolare situazione. Ma è sempre stato sereno, tranquillo. Francamente non ricordo nemmeno che abbia attaccato qualcuno». Be', proprio nessuno proprio no... «Solo se attaccato, ma per difendersi». Il tono di look, quello almeno s'è visto. Sabato camicia sbottonata blu, martedì il ritorno della camicia classica e della cravatta Marinella a pois: «La prima era la convention dei Circoli, informale. Poi è tornato nel salotto di Vespa e quello è un salotto elegante, con luci eleganti, bisogna andare eleganti anche per rispetto del padrone di casa e dei telespettatori». E il maglioncino blu scuro dell'era del predellino? Tornerà? «Chi può dirlo, il dottore decide sempre all'ultimo momento». La Simonetto evita di entrare nel merito dei temi. Ma, fa notare, «questa campagna elettorale è iniziata bene per diversi motivi». Il primo è sui dati di ascolto. Il Porta a Porta con Berlusconi ospite si è fermato poco sotto il 30% di share, quello con Veltroni due punti sotto. Tanto che, allo sfidante che sventolava un successo sul numero dei telespettatori, il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha replicato secco: «Veltroni non conosce il "terzo tempo" introdotto da poco anche nel calcio. Ecco i fatti: Berlusconi a Porta a Porta ha fatto segnare due punti in più di Veltroni. Non lo abbiamo fatto notare, perché ci sembrava poco elegante, le cifre sono lì». E ha aggiunto: «E invece ecco la caduta di stile: "Avemo vinto noi", gridano i veltroniani, falsando i dati e cercando di buttarla subito in caciara, come si dice a Roma. Non avremmo voluto entrare in una polemica che purtroppo conferma, ancora una volta, che la sinistra segue sempre i suoi vecchi metodi di disinformazione. Alla faccia del tanto decantato e falso buonismo». «Dati e cifre parlano da soli» rimarca Miti Simonetto. Che rilancia il secondo punto positivo: i toni. «Il fatto che la campagna elettorale sia cominciata così fa ben sperare - spiega la imagine maker del Cav -. Penso che non serva andare in tv e fare la rissa con l'avversario. Sì, certo, nel breve fa aumentare l'ascolto. Ma dura due minuti, perché appena la rissa finisce il telespettatore assume un giudizio negativo sui litiganti. Poter spiegare, poter parlare, poter parlare del programma sono tutti punti che Berlusconi spera di poter mantenere sino al voto». E aggiunge: «Veltroni lo sa. Quando lo ascolto penso proprio che ha studiato tanto il dottore. Alle volte sembra proprio lui, è una bravo allievo». Ma la campagna elettorale è lunga. E può succede di tutto. Lo sa anche la mitica Miti: «La cosa più incredibile fu quando in occasione dell'allora prima discesa in campo. Il capo ufficio stampa mi disse: "Vuoi vedere che diventa premier?". Pensai che era impossibile, tre mesi dopo eravamo a Palazzo Chigi».