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Dal sit-in agli scontri. Caos nella Capitale

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Una crociata abortista e anticlericale nata alle 17 come sit-in davanti al dicastero e poi sfociata in un corteo teso, con la benedizione di Livia Turco, scesa in strada. Le manifestanti hanno sfondato il cordone di agenti che cercava di impedire loro di percorrere il Lungotevere. Miravano ad arrivare in prefettura, attaccavano con grida e cartelli l'Elefantino Ferrara, nemico numero uno perché ha messo il dito nella «ferita-aborto», con una legge da ripensare ora che - grazie ai progressi della medicina - un feto di 22 settimane può sopravvivere. Un pomeriggio come non si vedeva da tanto. All'altezza di Torre Argentina è scontro fisico tra manifestanti e poliziotti. Una donna viene fermata. I senatori Massimo Brutti e Franca Rame mediano, le donne si siedono a terra, occupano tutta la carreggiata. Il traffico resta bloccato per mezz'ora. Solo al ritorno della giovane (Giovanna il suo nome) il clima si distende, la Rame suggella la pace baciando sulla guancia il dirigente del commissariato Trevi. Il corteo si scioglie, tornano a casa anche le facce note, come Ritanna Armeni, la verde Loredana De Petris, il segretario dei Radicali Rita Bernardini. Li. Lom.

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