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L'ultima intervista ufficiale l'aveva rilasciata due giorni ...

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Ieri, però, l'ex segretario dei Ds, in un colloquio con La Stampa, è tornato ad occuparsi di cose più concrete, di alleanze elettorali. E ha scatenato l'inferno. Fassino, infatti, ha lanciato la possibilità che il Pd potesse candidare nelle proprie liste Emma Bonino. «Sui radicali sono più prudente - ha spiegato -. Spesso si confonde Emma Bonino col Partito Radicale. Le culture sono diverse. Ma colgo l'occasione per dire che siamo pronti a candidare Bonino nel Pd, ha collaborato egregiamente con Prodi». Immediata la replica della diretta interessata. «Non sono una accattona - ha attaccato - e credo che quella di Fassino sia al di là delle parole una posizione che rileva una grandissima disistima nei miei confronti. Altro è ovviamente un accordo politico programmatico, altro è lo "scegliere e prendere", come da una cesta di ciliege, una sì e una no, soltanto se uno ha gli occhi azzurro o se è piccolo. Io credo che questo sia un elemento di grande disistima nei miei confronti e soprattutto credo che esprima poca dignità politica da chi la fa». A Fassino non resta che un mesta retromarcia per bocca del suo portavoce Gianni Giovannetti: «Prendiamo atto che da parte degli esponenti radicali ad una valutazione politica si risponde con l'insulto. Non è il nostro metodo». Forse è meglio tornare ad occuparsi di Birmania.

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