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Berlusconi: "Casini, è ora di scegliere"

Casini e Berlusconi

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Questa volta però Berlusconi non solo gli fa capire che non intende aspettare oltre ma anche che l'elettorato «è stanco dei giochetti della politica». Insomma come dire che se Casini pensa di avere un vantaggio in termini di voti dalla corsa solitaria potrebbe avere un brusco risveglio all'indomani delle elezioni perchè gli elettori hanno fatto intendere da tempo che vogliono «indicazioni unitarie». Nè si capisce, sostiene il Cavaliere, che tipo di ostacoli possono esserci a confluire nel Pdl dal momento che ci sono radici comuni che sono quelle «di far parte della stessa famiglia del Ppe così come l'Udeur, che potrebbe rientrare nello schieramento moderato». Berlusconi ieri ha anche dato qualche indicazione sul dopo voto, ovvero che è necessario fare le riforme con la sinistra e aprire dopo le elezioni, un dialogo sulle cariche istituzionali. Il Cavaliere torna anche sul tema del conflitto d'interessi che «semmai è quello della sinistra con le coop rosse che sono il suo braccio armato sull'economia». Quanto alla riforma Gentiloni «è stato solo l'ennesimo tentativo di azzoppare l'avversario colpendo le aziende della sua famiglia». Ma certo non aiuta il dialogo «voler imporre per decreto l'election day e obbligare gli italiani a votare insieme per le elezioni politiche e per quelle amministrative». «È un pessimo inizio di dialogo e una mossa disperata per confondere le acque e nascondere tutte le difficoltà che ci sono tra il Pd e la sinistra». Berlusconi ha poi sfoderato le indicazioni di un bookmaker inglese che «dà la vittoria del Pdl a 1,25 e quella di Veltroni a 3,50» cioè per il Popolo della Libertà le possibilità sono triple, e ha detto di non temere una rimonta di Veltroni sul tipo di quella che lo vide protagonista sull'Unione nel 2006. Il leader del Pdl non risparmia frecciate al Pd che «resta il partito di Prodi» e rivendica la novità di primogenitura del Pdl rispetto al partito di Veltroni. Anticipa qualcosa del programma di governo: «Rilanceremo il ponte sullo stretto, i termovalorizzatori, i rigassificatori, e tutte le infrastrutture indispensabili in un paese moderno». Al centro del programma del pdl vi sarà anche federalismo e sussidiarietà. Secondo il Cavaliere si potrà arrivare a tagliare la spesa pubblica in una dimensione consistente «rimuovendo le due palle al piede, eccessiva tassazione e oppressione burocratica, che impediscono al paese di correre». Berlusconi marca la differenza con i suoi avversari: «Non ho mai fatto parte dei salotti buoni. Mi sono sempre sentito vicino agli imprenditori piccoli e medi, agli artigiani, ai commercianti, ai lavoratori autonomi e ai professionisti». Fa poi chiarezza sull'iniziativa di Giuliano Ferrara di una moratoria per l'aborto. «Su queste materie la regola del nostro schieramento politico è la libertà di coscienza». Ciononostante, prosegue il leader Pdl, «credo che riconoscere il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale sia un principio che l'Onu potrebbe fare proprio».

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