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«Basta Enrico! Basta, fermati!». I cori di sostegno, poi la ...

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Quando Enrico Berlinguer si recava a Padova per parlare alla gente, in vista delle prossime elezioni del 1984. «Compagni lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda». Furono le ultime parole alla sua gente prima di essere colpito da un improvviso ictus. Ma Berlinguer non si fermò. Continuò il suo discorso, nonostante il malore, nonostante la folla, sotto di lui, lo pregasse di fermarsi. Trasportato di peso dal palco all'albergo e dall'albergo, ormai in coma, all'ospedale Giustinianeo, morì alle 12.45 dell'11 giugno del 1984. Berlinguer non fu l'unico ad accusare un malore durante un comizio pubblico nella storia recente della politica italiana. Molti furono provati da lievi disturbi, altri come Beniamino Andreatta, morirono. Andreatta il 15 dicembre del 1999 si trovava in Aula, a Montecitorio, per votare la Finanziaria. Il deputato si accasciò per un infarto causato da un'ischemia celebrale, poi entrò in coma: il 26 marzo dello scorso anno morì. Andò molto meglio a Umberto Bossi. Non era di fronte alla folla leghista quando, l'11 marzo del 2004, fu colpito da un ictus celebrale, ma va ricordato per la grave e lunga malattia. E ricordando Napolitano, la città di Trento non portò furtuna neppure all'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il 18 agosto del 2006 il senatore a vita fu colto da un malore quando era ormai a tavola, subito dopo aver ricevuto il premio Alcide De Gasperi. Ciampi si riprese poco dopo. Passano poco mesi da quel giorno e stavolta la politica italiana si ferma per fare gli auguri di pronta guarigione a Silvio Berlusconi. «Scusate, la commozione ha prevalso e io...». Sono le ultime parole del Cavaliere a Montecatini il 26 novembre, prima di essere sorretto dal suo medico Scapagnini e dagli uomini della scorta che lo hanno fatto distendere dietro il palco del Palamadigan, dove stava parlando ai ragazzi dei circoli di Marcello Dell'Utri. Un malore passeggero, dopo quello più lieve del 7 maggio del '99, finito il discorso al Consiglio nazionale. Fab. Per.

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