E ora rischiano il posto le «zarine» della sinistra
[...]nelle liste elettorali avrà comunque un suo peso. Insomma il rinnovamento veltroniano ci sarà ma, almeno per ora, non si trasformerà nel terremoto che in molti aspettano. Anche se c'è già chi trema. La curiosità è che, tra questi, c'è un'alta percentuale di donne. Quasi un paradosso visto che la prossima campagna elettorale, sarà quella che, almeno nelle promesse, dovrà garantire un 50% di presenza femminile nelle liste. Tutto ruota attorno alla regola del tre. Lo statuto del Pd, infatti, prevede che non possano essere ricandidati (in realtà ci saranno una trentina di deroghe), coloro che hanno già sulle spelle tre legislature. Con un discreto anticipo due di questi (il ministro dell'Interno Giuliano Amato e Luciano Violante) hanno fatto un passo indietro. La speranza del segretario è che altri possano seguire il loro esempio. Ma qui nascono i problemi. Perché nella pattuglia degli «over-tre» figurano donne di primissimo piano. Una di queste, ad esempio, è Anna Finocchiaro (6 legislature compresa l'ultima) che dovrebbe accettare a giorni la candidatura a presidente della Regione Sicilia liberando così un posto in lista. Stessa sorte potrebbe toccare a Livia Turco (anche lei 6 legislature). Il governatore piemontese Mercedes Bresso, infatti, gradirebbe poter traslocare a Roma e l'ex ministro della Salute, nata in provincia di Cuneo, potrebbe ritentare l'impresa che non le riuscì nel 2000. In ogni caso, al di là delle compensazioni, è altamente probabile che le venga chiesto di fare un passo indietro. Più delicata la situazione di altri tre pezzi da novanta: Giovanna Melandri, Barbara Pollastrini e Anna Serafini. Quest'ultima in particolare (5 legislature), moglie di Piero Fassino, ha già fatto sapere che non farà passi indietro se le altre verranno riconfermate. Il rischio c'è anche perché Melandri (4 legislature) è la più veltroniana tra i ministri del governo Prodi e Pollastrini (3 legislature) è considerata inamovibile nel collegio di Milano. In ogni caso, nel Pd fanno notare che, anche se difficilmente si raggiungerà una perfetta parità tra donne e uomini chi rischia di più, in sede di formazione delle liste, sono gli uomini. Sovrarappresentati soprattutto a Montecitorio. A peggiorare la situazione potrebbero arrivare Antonio Di Pietro e Enrico Boselli. Ieri sera l'ex pm, dopo un faccia a faccia con Veltroni, non ha escluso la possibilità di un'intesa programmatica con il Pd. Stamattina il segretario del Pd vedrà il leader dei socialisti. E se alla fine tutti e due ottenessero dei posti nelle liste del Pd? N. I.