Luca non si candiderà: «Ad aprile non conviene»

Sene sta nel privée del Residence Ripetta, nel cuore di Roma, a chiacchierare.In attesa di presentare il libro di Maurizio Molinari - «Cowboy democratici» - preferisce fare il commentatore. «Non entro in politica, non ci penso proprio». Il presidente di Confindustria parla e riparla con Giulio Anselmi, poi con Gianni Vernetti. E il suo leit motiv è sempre quello. Tra una stretta di mano e un'altra, Montezemolo spiega che questa sarà una delle legislature più brutte che l'Italia avrà e non è il caso di scendere in campo ora, probabilmente vince chi ne resterà fuori. Poi tutti in sala conferenze per presentare il libro, tra i mille flash dei fotografi e un inconveniente: scatta l'allarme antincendio e l'urlo della sirena non si placa. Passano dieci minuti e arriva anche il segretario del Partito democratico Walter Veltroni. L'allarme non cessa e i due ne approfittano per scambiare due battute. «Allora Walter, come va col programma?» Montezemolo lo dice a chiare note due minuti più tardi: «A noi il programma del Pd interessa molto. Ma aspettiamo di vedere anche gli altri, ci sarà un confronto con tutti». Del resto il leader di Confindustria è l'unico che potrebbe veramente «spostare» dei voti ad aprile. E il solo appoggio a un partito potrebbe essere determinante. Ma intanto è stato chiaro: non vedrete scritto il mio nome alle prossime elezioni. «Cambiare per crescere è un tema fondamentale per l'Italia - dice a Molinari - così come cambiare per essere migliori è fondamentale per gli Usa, che è anni luce avanti a noi». Ma per ora a cambiare qualcosa non sarà Montezemolo. Il pressing del mondo della politica continua e continuerà, ma lui non ne vuole sapere, «perché per adesso non conviene» scendere in campo.