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Il Pd va da solo alle urne. Ma anche con Di Pietro

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Walter Veltroni

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Certo, la litania è sempre la stessa («alle elezioni il Pd andrà da solo»), ma se fino a ieri le porte del loft di piazza Santa Anastasia sembravano chiuse, oggi si apre uno spiraglio. Non per chiunque certo, solo per Antonio Di Pietro. Al momento, infatti, è l'Italia dei Valori l'unica forza che sembra aver toccato il cuore del segretario Walter Veltroni. Sia il sindaco sia l'ex pm si mantengono sul vago ma, come direbbe il sindaco romanizzando il «Yes we can» di Barack Obama, «Se pò fa'». Ci pensa Di Pietro a lanciare l'amo convocando, a metà pomeriggio, una conferenza stampa nella sede del partito. «L'esecutivo nazionale - spiega il ministro dimissionario delle Infrastrutture - ha deliberato all'unanimità che alle prossime elezioni l'Idv sarà presente con il proprio simbolo e con una propria lista sia alla Camera e sia al Senato e alle amministrative». Ciò nonostante, continua, «entro la fine del mese» ci sarà un confronto con il Pd per vedere se ci sono le possibilità per convergere in un programma comune. «Presenteremo al Pd le nostre credenziali - precisa - perché con il nostro simbolo e in modo conclusivo si realizzi una coalizione. Condividiamo lo sforzo che sta facendo il Pd e daremo il nostro contributo». Nulla di straordinario certo. In fondo il leader dell'Idv aveva già provato, invano, a correre alle primarie di ottobre. Ora il suo sogno potrebbe anche realizzarsi. Anche perché, mentre il leader dell'Idv, parla a Santa Maria in via, a piazza Sant'Anastasia l'unità di crisi del Pd dicute di liste e campagna elettorale. Presenti, tra gli altri, Massimo D'Alema, Anna Finocchiaro, Antonello Soro, Piero Fassino, Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Giuliano Amato, Giuseppe Foroni, ma anche Romano Prodi e, un po' a sorpresa, il presidente del Senato Franco Marini che, uscendo, si concede una battuta: «Mi sento spaesato. È da tanto tempo che non partecipavo a una riunione di partito. Fatico a comprendere...» In mattinata il segretario del Pd ha già incontrato Fassino, Luciano Violante che si è detto disponibile a fare un passo indietro, Eugenio Scalfari (candidatura in vista?) e il socialista Gavino Angius. Ma, quando al termine del vertice Romano Prodi lascia il loft, la musica è sempre la stessa: «Abbiamo sciolto il nodo delle alleanze, il Pd va da solo». Ci pensa Dario Franceschini, durante l'ormai consueto appuntamento con i giornalisti che segue i vertici del partito, ad elaborare ulteriormente il concetto: «C'è stata una condivisione totale e unanime di presentarci con chiarezza, trasparenza e pulizia da soli sia alla Camera che al Senato indicando la candidatura di Walter Veltroni a presidente del Consiglio che verrà raccolta anche nel simbolo». E, rispetto alle avances di Di Pietro, il vicesegretario aggiunge: «Se ci saranno fatte proposte le valuteremo». Più esplicito di lui Ermete Realacci: «Un'alleanza è possibile con Di Pietro mentre con i Socialisti e i Radicali la vedo più difficile». Insomma, il matrimonio con l'Idv, sembra solo questione di giorni. Anche perché, fanno notare nel Pd, «è meglio avere Di Pietro dalla nostra che doverlo fronteggiare in campagna elettorale mentre spara bordate contro Bassolino e Loiero». Se matrimonio ci sarà, quindi, sarà matrimonio di interessi.

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