Napolitano: "Ora una campagna responsabile"
[...] pone la parola fine sul Parlamento, quello che ha traghettato Prodi alla sua resa politica, e scioglie la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica. È un atto dovuto e che lo rammarica, dice lui stesso: «Una scelta obbligata». Il suo dispiacere, spiega Napolitano, è ancor più amplificato «per il dovere di chiamare nuovamente gli elettori alle urne, senza che quella riforma» elettorale «sia stata approvata». «Ho sempre avuto di mira l'interesse comune ad una maggiore linearità, stabilità ed efficienza del sistema politico istituzionale. Il dialogo su questi temi, ora interrotisi, resta un'esigenza ineludibile per il futuro del Paese». Poche ore dopo, il presidente della Repubblica si appresta a concludere l'iter della sua intensa giornata. Deve indire le nuove elezioni e lo fa alle 16.30, quando al Quirinale salgono ancora Prodi questa volta con il ministro dell'Interno Giuliano Amato e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta. Napolitano firma tre decreti. Il più importante convoca le urne il 13 e il 14 aprile 2008 (il 29 ci sarà la prima riunione delle nuove Camere). Insomma, Napolitano firma. Ma non prima di fare un certo numero di raccomandazioni. Le fa a tutti gli schieramenti. Al centrodestra e al centrosinistra, che in questi mesi non sono riusciti ad accordarsi sulla riforma della legge elettorale. E che hanno portato alle «elezioni fortemente anticipate» che «costituiscono un'anomalia rispetto al normale succedersi delle legislature parlamentari, non senza consequenze sulla governabilità del Pease». Quindi le raccomandazioni. «Mi auguro - spiega Napolitano - che la prossima campagna elettorale si svolga in un clima rispondente a quell'esigenza, da molti ribadita in questi giorni. È il momento per tutte le forze politiche, di dar prova del senso di responsabilità richiesto dalle complesse prove cui l'Italia è chiamata a far fronte». Giorgio Napolitano vuole una campagna elettorale senza frecce avvelenate, nel rispetto reciproco, e se possibile nel dialogo, sicuramente in un clima il più possibile sereno. Per il capo dello Stato «il dialogo è un'esigenza» per tutto il Paese. E più che un consiglio, sembra un monito. Anche Romano Prodi auspica una campagna elettorale «dai toni pacati». Ma il Professore è ormai acqua passata. Il centrodestra batte le mani a Napolitano. Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, spiega che «c'è uno sentimento di preoccupazione per lo stato del Paese, per i problemi che devono essere affrontati e per la crisi in cui ci troviamo. Spero - dice Bondi - che questa campagna elettorale sia profondamente diversa dalle altre e che soprattutto lo sia il dopo elezioni». «Esprimo il più vivo apprezzamento per la linearità istituzionale che il presidente della Repubblica ha impresso a una crisi difficile in una fase delicata per le istituzioni e per l'Italia», dice invece il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, che aggiunge: «Lo scioglimento delle Camere è un atto doveroso, ma è importante rilevare che il metodo usato dal Capo dello Stato può essere il presupposto per una stagione di rinnovato dialogo tra le forze politiche. Sono state gettate le basi per una legislatura costituente». Anche Roberto Calderoli della Lega, lui che di regolamenti istituzionale è grande esperto, ringrazia «Napolitano per il rispetto del suo ruolo istituzionale e, come da lui richiesto, ora dimostreremo senso di responsabiltà sia sulla coalizione che sui programmi», dice Calderoli. E con la firma e l'invito alla calma del presidente della Repubblica parte la sfida. Il centrodestra spera solo che «il Pd eviti una campagna demagogica».