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L'ala radicale insiste: facciamo almeno un accordo al Senato

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Tutto inutile. E anche l'annunciato incontro che si svolgerà venerdì mattina probabilmente non si concluderà con un'alleanza elettorale a livello nazionale, come vorrebbero i capi di Prc, Pcdi, Verdi e Sd. Oliviero Diliberto, Franco Giordano, Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio hanno preso carta e penna e hanno scritto direttamente al leader del Pd chiedendogli un incontro per verificare se è proprio impossibile un'intesa elettorale: «Caro Veltroni - si legge nel documento - le elezioni ormai imminenti ci spingono, per senso di responsabilità, a chiedere una verifica politico-programmatica al Partito Democratico». La base di partenza di un'eventuale convergenza sarebbe la proposta, presentata il 10 gennaio, che toccava le questioni di fondo: salari, potere d'acquisto delle retribuzioni, lotta alla precarietà, diritti civili, «nuovo paradigma di uno sviluppo centrato su ricerca ed ambiente, pace e disarmo». Di fronte al primo grande rifiuto del segretario del Pd, comunque, la sinistra radicale correrà anch'essa da sola e avrà come candidato premier il presidente della Camera Bertinotti. Ma i suoi leader stigmatizzano la scelta veltroniana. «È molto grave, così consegna il Paese a Berlusconi. Si prende una responsabilità rilevante», spiega il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. «Se Veltroni continua a perseguire la scelta di andare da solo, noi non possiamo intimidirci o spaventarci, dobbiamo essere pronti e lo saremo. Ci sarà una sinistra unita e plurale in grado di raccogliere il consenso del mondo del lavoro, dei giovani, dei precari, delle donne, dei movimenti», aggiunge quello del Prc Franco Giordano. «La nostra posizione mi pare molto lineare - prosegue Giordano - abbiamo definito, tutti insieme, di chiedere al Pd un incontro per verificare la possibilità di un accordo politico-programmatico». In subordine, Giordano propone almeno un accordo solo su Palazzo Madama. «Se non ci fosse un'intesa - conclude il segretario di Rifondazione comunista - vorremmo verificare la possibilità di un accordo tecnico al Senato per arginare il debordante vantaggio delle destre di Berlusconi che annoverano i Casini, i novelli Mastella e Dini, con Storace e i nazi-fascisti, passando per Berlusconi e Fini. Non vorremmo, a cuor leggero, consegnare il paese a questa inquietante compagnia». Per questo «La Sinistra-L'Arcobaleno» farà, in extremis, un altro tentativo venerdì mattina. L'incontro è previsto alle 10. Ma il fatto di accettarlo, da parte di Veltroni, sembrà più essere un gesto conciliante per non chiudere tutte le porte ad eventuali alleanze post-elezioni. Perché ieri sulle intese pre-elettorali è stato molto chiaro: il Pd correrà da solo, alla Camera e al Senato.

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