I ministeri chiave ai big con piccole novità in rosa
Lacampagna elettorale non è stata ancora avviata ma già si cominciano a riempire le prime caselle della prossima squadra di governo con la sicurezza che la vittoria è scontata anche se in molti sono convinti che non sarà di larga misura. Il fattore Walter fa comunque paura anche se i sondaggi sono tutti favorevoli al centrodestra. Dentro il partito azzurro è comunciata la corsa alle poltrone con la carica dei quarantenni che premono per avere un posto di primo piano. Vanno ripetendo che Berlusconi non può rispondere alla novità del Partito democratico riproponendo la stessa squadra e soprattutto non può tradire quanto aveva detto al momento di dar vita al Partito democratico, ovvero di voler rinnovare la classe dirigente con una potente iniezione di giovani. Maurizio Lupi, Angelino Alfano, Guido Crosetto, Luigi Casero e Laura Ravetto si candidano a questo rinnovamento. Ma devono vedersela con la squadra già rodata e che vanta dalla propria un'esprienza di governo. Berlusconi punterebbe quindi a un mix con «gli anziani» in prima linea e alcuni giovani nelle seconde file. Il governo dovrebbe quindi essere composto da 12 ministri con portafoglio. L'Esecutivo arriverebbe a 16-18 dicasteri considerando anche i senza portafoglio. A FI andrebbero 7 ministeri di cui farebbero parte 2 donne più una senza portafoglio. Tra le donne in pole position si fanno i nomi di Stefania Prestigiacomo, Michela Brambilla e Mara Carfagna. Ai ministeri chiave andrebbero, secondo le ultime ipotesi, l'attuale presidente del Copaco Claudio Scajola (Interni), Giulio Tremonti (Economia) mentre i due capigruppo, Elio Vito e Renato Schifani avrebbero rispettivamente i Rapporti con il Parlamento e il ministero delle Regioni creato per mandare avanti il federalismo. Per Renato Brunetta una poltrona di viceministro o sottosegretario con la delega ai rapporti con la Confindustria. Il vicecoordinatore di FI è in buoni rapporti con il futuro presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Alle Attività Produttive potrebbe andare il vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini. Il portavoce della Commissione ha chiarito che nel caso di elezione, il posto di commissario resterebbe comunque all'Italia. Alle Attività Produttive sarebbe in corsa anche Antonio Martino. Questo dicastero piacerebbe anche a Scajola che però Berlusconi vede meglio al Viminale. Il ministero degli Esteri sarebbe lasciato all'Udc con Pier Ferdinando Casini. An invece avrebbe la presidenza di una delle due Camere che andrebbe a Gianfranco Fini mentre Altero Matteoli al ministero dell'Ambiente. L.D.P.