«Se non era per noi stava all'opposizione»
Lui, il capogruppo dell'Udeur, non è sorpreso più di tanto. Fabris, e ora non vi vogliono nel centrodestra... «Ripeto, se non ci fosse stata l'Udeur a far cadere il governo e a chiedere le elezioni subito, lui non starebbe a fare propaganda». No? E che stava facendo a quest'ora? «Ancora l'opposizione». Be', una campagna elettorale la stava facendo a quest'ora. «Ah sì, e quale?». Quella per il referendum. «Già, quella la poteva fare. Comunque, al di là delle battute, lo dico con grande chiarezza: per fare i matrimoni bisogna essere in due». E voi quello con il centrodestra lo vorreste fare? «Siamo stati a lungo corteggiati, forse siamo al fidanzamento. Vediamo il matrimonio». Per ora non siete in due? «Guardi, facciamo una considerazione più in generale. Io ho vissuto in prima persona anche la rottura con il centrodestra dieci anni fa. Ricordo bene le frasi, le parole, anche gli insulti di allora. Ricordo nitidamente le ultime fasi del governo Prodi e la nascita di quello di D'Alema». E allora? «Questa volta, a differenza di allora, non ho visto sui volti del centrosinistra i lacrimoni che vidi dieci anni fa sui volti di quelli del centrodestra». Questo cosa vuol dire? Erano pronti? «Be', l'avevamo detto. Non potevamo essere messi in condizione di perdere la nostra agibilità politica. Nel momento in cui viene ammesso il referendum, era chiaro a tutti che non potevamo più stare lì dentro, che quell'esperienza era finita. L'abbiamo detto non una, ma decine di volte». Diciamola tutta, forse anche a sinistra avete tolto un peso a qualcuno. «Sicuro, c'era chi non ne poteva più. Forse anche per questo non c'è stato questo accanimento nei nostri confronti. Di Pietro a parte, ma quello non fa notizia». Anche a destra non hanno fatto salti di gioia. Fini per esempio ha espresso in aula solidarietà umana e non politica a Mastella in occasione dell'arresto della moglie. «Sì, ma anche quello era prevedibile. Dopo però non ci sono stati attacchi. D'accordo, qualche battuta da parte della Lega, ma anche quello è nella norma. Una frase fuori dal coro di Storace: tutti hanno bisogno di un po' di visibilità. Quello che mi pare politicamente significativo è il fatto che da Forza Italia sono arrivati segnali chiari, di sicuro non erano attacchi. Anzi». Adesso? Che fate? Possibile una lista di tutti i fuoriusciti del centrosinistra con la Dc di Rotondi? «È un'ipotesi». La più probabile? «Non sono in grado di dirlo. È davvero tutto così in movimento. E poi, senta, aspettiamo quando il quadro sarà certo». Certo? Che cosa vuol dire? «Non c'è nessuna certezza che si vada a votare». State preparando un'altra giravolta? «Nessuna giravolta, siamo stati chiari dal primo momento e coerenti fino alla fine. Dico che Marini non ha finito ancora il suo giro di consultazioni e quindi aspettiamo lo scioglimento delle Camere prima di avanzare soluzioni». Restiamo alle ipotesi. Possibile una lista con Casini? «Penso che Casini non debba sottovalutare il fatto che Baccini e Tabacci sono andati via. Sono in tanti che se ne sono andati dal suo partito». Lo sta invitando a fare un passo indietro? «No, non mi permetterei mai. Dico che sono cose sulle quali riflettere». Pensa sia possibile un candidato premier di centro? «Siamo in una fase in cui tutto è possibile. Tutto è in movimento e la situazione è talmente fluida che mi pare azzardato fare previsioni. Certo, in ipotesi è possibile». Montezemolo? Potrebbe essere lui? Intanto ha fatto retromarcia dichiarandosi a favore del voto. «Non è la prima volta che Confindustria corregge la linea del suo presidente. Comunque per quando si dovrebbero svolgere le elezioni Montezemolo dovrebbe essere ancora alla guida degli industriali. Pertanto un suo impegno diretto mi sembra assai improbabile».