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Ferrara e Binetti contestati dagli attivisti pro 194

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Lacontestazione è partita da una sessantina di persone che partecipavano ad un sit-in della Cgil, della Uil e delle associazioni «facciamo breccia» e «Arcobaleno» e «Clr di Roma» a sostegno della legge 194, mentre la Binetti e Ferrara stavano entrando nella sala conferenze dell'aula Pacis di Cassino, per un convegno organizzato in occasione della trentesima giornata per la vita. Gli slogan li hanno accolti all'esterno dell'edificio al loro arrivo. I manifestanti sventolavano anche bandiere, come una bianca con una croce blu sullo stemma del Vaticano con su scritto «No Vat + autodeterminazione - Vaticano», e striscioni, su uno dei quali c'era scritto: «Ferrara: sempre dalla parte del più forte, sempre dalla parte sbagliata». E proprio ieri si è appreso che nelle schede elettorali della ormai più che probabile prossima tornata di voto potrebbe comparire anche una lista a favore della moratoria sull'aborto. La proposta provocatoria campeggia nella prima pagina del Foglio, che, dopo l'appello del dicembre scorso, torna all'attacco su questo tema. «Se qualcuno benintenzionato - scrive il quotidiano in un editoriale siglato con l'elefantino - non noi che facciamo un altro mestiere, vorrà fare una lista di cultura della vita, ispirata alla moratoria sull'aborto come lotta per sradicare lo scandalo supremo del nostro tempo, sarà per me il benvenuto. E non solo per me. Questa lista potrebbe apparentarsi, dare un'anima alla coalizione che la fiancheggi, prenderebbe un sacco di buoni voti e porterebbe nel Parlamento italiano, sollevando un caso di scuola internazionale, un manipolo di deputati e senatori davvero impegnati, single issue, su tutte le questioni relative al lobbying pro life, a partire dall'iniziativa per emendare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, iscrivendovi il diritto alla vita «dal concepimento alla morte naturale». Ferrara osserva che potrebbe essere una «bomba non violenta» e assicura che «in quel caso il mio voto, e non solo il mio sarebbe garantito, qualunque sia l'apparentamento». Il direttore del «Foglio» chiama tra l'altro alcuni esponenti politici e non. «Se un Formigoni o un Pezzotta o un Buttiglione o un Carlo Casini o chiunque dotato di qualche credenziale decidessero di diventare leader di movimento, magari mettendo insieme le energie anche civili dei movimenti ecclesiali, e di sottrarsi a un destino un po' opaco di carriere vagamente centriste, e promuovessero, magari con un gruppo di cattolici combattivi dell'altro polo, una seria lista incentrata su un programma di educazione civile e politica nel nome del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, li voterei volentieri, e con me lo farebbero parecchi amici e parenti». La proposta ha subito ottenuto l'approvazione del segretario dell'Udc Cesa: «Tanti militanti dell'Udc aderiranno alla lista per la moratoria sull'aborto annunciata dal Foglio».

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