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Fini fa il Cav: «Siete disperati»

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Il capo di An attacca il centrosinistra: «Fate solo richieste strumentali»

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A dettare la linea. A rispondere a Veltroni. A respingere le provocazioni del segretario del Pd. «È veramente strumentale la richiesta fatta da Veltroni». Il sindaco di Roma apre le danze. Inizia la sua giornata attaccando l'opposizione. Accusa il centrodestra di avere l'ansia del voto e chiede un governo in grado di fare le riforme e che collabori con la figura di Marini. Insomma, offende e propone: uno schema tipico, da campagna elettorale. Fini, chiaramente, non ci sta tanto più che la corsa al voto è già partita. E di coalizione allargata non vuole neppure sentir parlare: «Questo è un centrosinistra disperato che negli ultimi tre giorni, pur di evitare lo scioglimento delle Camere, si è inventato le proposte più originali e bizzarre», dice entrando al palazzo dei congressi di Roma, per un convegno sul 1968 organzzato da Liberal. Per il leader di Alleanza nazionale mercoledì o al massimo giovedì «cala il sipario» anche sul mandato esplorativo di Marini e si potrà andare a votare. Anche Pierferdinando Casini, numero uno dell'Udc, sorride alle richieste di Veltroni: «Pacificazione? Sì, nella prossima legislatura». Ma è Fini a cavalcare l'onda. «Se non c'è un governo che si occupa delle questioni importanti non ha senso parlare di stagione costituente o di regole». Commentando le dichiarazioni del presidente di Confindustria, il leader di via della Scrofa replica dicendo che «Montezemolo ha fatto bene a porre la questione di una legislatura costituente. Ma alla luce della mia esperienza, se non si divide il piano connesso all'azione di governo da quello connesso alla discussione delle regole, si rischia il corto circuito». Per Fini, quindi, si può anche pensare a una stagione costituente, che potrebbe anche prevedre un'assemblea costituente, ma nell'immediato l'urgenza principale è la formazione del nuovo governo. Le elezioni, poi, le chiede la base. Anche se i sindacati vanno da Marini e chiedono altro. «Non sarebbe la prima volta - spiega l'ex vicepremier - se si verificasse che ciò che vogliono i vertici imprenditoriali e sindacali non sia in sintonia con quanto chiede la base degli iscritti». Fini, che domani sarà ricevuto a Palazzo Giustiniani dal presidente del Senato, spiega che «mi sarebbe davvero facile portare a Marini qualche decina di migliaia di messaggi e telegrammi di iscritti alla Confindustria e ai sindacati che chiedono le elezioni. Ma su questo punto - chiude seccamente - preferisco non polemizzare». Rappresentanti delle categorie a parte, il duello politico è iniziato. La dimostrazione è questo sabato appena trascorso a colpi di messaggi mediatici tra le due parti. Fini in primis che affonda il colpo dando del «disperato» a Veltroni e al suo centrosinistra. Del resto la strada, per quanto riguarda la coalizione di destra, è segnata. «Da qui a lunedì non ci saranno sorprese nel centrodestra - dice Fini - vogliamo il voto». La campagna elettorale ha spiccato il volo.

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