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Fabrizio dell'Orefice [email protected] Usa ...

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Gaetano Quagliariello, senatore di Forza Italia, uno dei consiglieri più ascoltati dal Cavaliere soprattutto sulla riforma elettorale, attacca duro. Senatore, il pressing su Berlusconi affinché ceda si sta facendo sempre più asfissiante? «Era prevedibile. Forse non erano prevedibili le forzature di questi giorni». Quali forzature? «Voglio fare prima una premessa necessaria. Ebbene, c'è stato un tentativo serio di cambiare la legge elettorale ed è fallito per le divisioni del centrosinistra. Come si potrebbe riuscire ora in pochi giorni? Detto questo, oggi stiamo assistendo alla Disneyland del diritto costituzionale». A che cosa si riferisce? «Ad interpretazioni davvero fantasiose con le quali si vuole piegare la Carta ad interessi di parte. Oggi vedo che chi attaccava il referendum vorrebbe che a tutti i costi si svolgesse». Senatore, accade anche il contrario. «In che senso il contrario?». Chi ha voluto il referendum non vorrebbe si svolgesse, o no? «Non è proprio così. Ci sono sostenitori dei quesiti che ritengono si debba andare prima a votare per le elezioni politiche. Ma questo non vuol dire essere contro i referendum. C'è infatti una precisa legge dello Stato che prevede che il decreto di scioglimento delle Camere produca la sospensione delle operazioni referendarie e il rinvio di un anno delle relative consultazioni. Quanti invece vorrebbero il referendum subito, la ignorano sostenendo un'ipotesi fantasiosa». Quale? «Quella di Violante che propone al comitato per il referendum di rivolgersi alla Consulta elevando il conflitto di attribuzione tra poteri nel caso in cui il presidente della Repubblica decida lo scioglimento delle Camere». Quali sarebbero le conseguenze? «Sarebbero gravissime perché quell'ipotesi sovvertirebbe le basi stesse dell'ordinamento portando la democrazia diretta a prevalere sulla democrazia parlamentare. Siamo davvero oltre i limiti». Altra ipotesi. visto che la Corte costituzionale sostiene che l'attuale legge elettorale è carente, si rischia l'annullamento delle prossime elezioni. È possibile? «È pura strumentalità. La Corte s'è limitata a fare una considerazione e a dare un consiglio al Parlamento. La considerazione riguarda il premio di maggioranza e il rischio che vi sia la possibilità teorica che chi ottiene il 25% dei voti possa vedersi attribuire il 55% dei seggi. Ma qui bisogna chiarirsi: il rischio è solo teorico, perché la Cdl è addirittura al di sopra della soglia del premio fissata al 55%. E la Corte non si è mai sognata di parlare di incostituzionalità». Ora anche gli industriali chiedono. «Le imprese chiedono governabilità, com'è nella loro migliore tradizione. Anche Confindustria, però, inizia a capire che in questo contesto non è possibile avere una legge elettorale migliore perché, per questo, le elezioni sono una soluzione obbligata». E dopo? «Se vincerà il centrodestra inviterà il Pd a scrivere assieme le nuove regole». E lei è sicuro che vinca il centrodestra? «I sondaggi sembrano chiari. Anche quelli di istituti notoriamente vicini al centrosinistra». Ma il centrodestra non dovrebbe migliorare la prestazione di due anni fa al Senato. «Anzitutto sugli eletti all'estero il risultato sarebbe ribaltato. E poi ci sono ampie possibilità che vinciamo in quattro Regioni prima a sinistra: Campania, Marche, Sardegna e Liguria. Il nostro vantaggio potrebbe essere anche di 36 senatori, basta la metà per rendere il Senato governabile. E se il responso fosse diverso, a differenza della sinistra non avremmo la presunzione fatale di governare comunque e prendere tutto. Noi la realtà la sappiamo riconoscere».

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