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Non capita spesso di vedere sindacati e Confindustria ...

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Oggi Confindustria e Cgil, Cisl e Uil sfileranno a Palazzo Giustiani, convocati da Marini per una irrituale consultazione. L'incontro prima della formazione di un governo non ha precedenti. È consuetudine che il presidente del consiglio ascolti anche le parti sociali prima di definire il programma di governo da presentazre all'approvazione delle Camere ma la posizione di Marini è diversa. In ambienti sindacali lasciano intendere che si tratta di un appuntamento dalla valenza più mediatica che di sostanza. Marini avrebbe già avuto contatti telefonici con i leader di Cgil, Cisl e Uil e con la stessa Confindustria, incassando un appoggio ma ora serve qualcosa di più. Ovvero serve l'impatto mediatico. Il presidente del Senato punta all'impatto che avranno le dichiarazioni di Montezemolo ma anche di Pezzotta, Epifani e Angeletti che alle tv dopo l'incontro a Palazzo Giustiani, ripeteranno la necessità di fare la riforma elettorale e di continuare la legislatura anche per affrontare le emergenze dell'economia. Marini insomma punterebbe a mettere in campo tutta la capacità di pressione dele parti sociali per ottenere un vasto consenso al suo governo e spingere nell'angolo chi si oppone. Quanti continuano a chiedere il voto anticipato avrebbero contro uno schieramento più vasto che dal centrosinistra si estende ai sindacati e alle forze imprenditoriali. I sindacati chiederanno a Marini che la sua azione non sia circoscritta alla riforma elettorale ma anche ai salari e alla competitività. In sostanza portando avanti quei tavoli di concertazione rimasti in sospeso. Oltre alla Confindustria, Marini incontrerà anche Confcommercio, Confcooperative, Confagricoltura, Confartigianato, Cna, Confesercenti, Lega cooperative e Casartigiani. La posizione di queste associazioni è già nota giacchè un paio di giorni fa hanno sottoscritto una nota comune, il «Manifesto della governabilità», nella quale ribadivano la necessità di una nuova legge elettorale. E alla vigilia di questo incontro il leader del Pd Veltroni ha sottolineato che «Confindustria, forze sociali come pure il Vaticano chiedono nuove regole e invece il centrodestra vuole trascinare il Paese verso un voto il cui esito non è scontato». «Le aziende stanno facendo la loro parte ma non possono continuare a lavorare in apnea per colpa delle crisi di governo», spiega il segretario generale della Cna Gian Carlo Sangalli (che per primo, lunedì scorso a Bologna, ha proposto l'idea del Manifesto nel corso di una riunione di lavoro a cui partecipavano anche il presidente di Confindustria, Montezemolo, e il presidente di Confcooperative Luigi Marino). Le incertezze, aggiunge Sangalli, «deprimono lo sviluppo e le imprese, siano esse piccole, medie o grandi ne risentono». Naturalmente c'è anche qualche voce fuori dal coro, come quella di Confapi, che chiede invece «di andare subito al voto perchè il Paese è fermo, al pari delle imprese». L.D.P.

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