Veltroni cambia linea e punta sui salari
«Se si dovesse fare un governo credo che debba avere al centro della sua azione il come aumentare i salari e al tempo stesso la produttività», ha detto Veltroni nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che sarà ovviamente necessario risolvere anche il problema delle riforme e della legge elettorale in un tempo che va dagli «otto ai dodici mesi». Il governatore della Banca d'Italia, ha sottolineato il sindaco di Roma, «ha richiamato l'attenzione su un dato: dal 2000 le retribuzioni dei lavoratori dipendenti sono praticamente ferme». È una questione, ha aggiunto, «di grande emergenza». Concetti che Veltroni ha ribadito dopo l'incontro con Napolitano in un confronto con l'associazione di categoria dei commercianti. Il segretario del Partito Democratico ha infatti accettato l'invito del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nella sede centrale della confederazione. Tra i temi in agenda la crisi di governo, il dopo-Prodi ma soprattutto la ricetta «Democratica» per il rilancio economico del Paese. I toni di Veltroni hanno proiettato l'incontro già in campagna elettorale. Il sindaco di Roma ha parlato di programma, di concertazione ma anche di nuovo assetto del sistema politica che parte, secondo Veltroni, dalla legge elettorale. A preoccupare Confcommercio però è soprattutto la perdita di competitività. «Restiamo convinti» ha spiegato Sangalli - che ci siano tutte le condizioni e le risorse per non subire il guanto di sfida lanciatoci da tempo dall'economia spagnola. E la condizione fondamentale è che scenda in campo una nuova politica che dia risposte concrete al lungo elenco di questioni della crescita lenta e della competitività difficile». Un assist colto al volo da Veltroni che ha definito la lentezza «pari alla corruzione». Secondo il leader del Pd «il Paese è bloccato e ha bisogno di velocità per realizzare le riforme strutturali e le politiche fiscali necessarie. L'Italia - ha proseguito Veltroni - va snellita in tutte le sue burocrazie e lungaggini. Serve passare - ha ribadito Veltroni - dall'ambientalismo dell'impedire all'ambientalismo del fare. Non è dicendo no alla Tav o ai termovalorizzatori che si risolve il problema ambientale, perchè il no alla Tav aumenta il traffico su gomma e il no ai termovalorizzatori affonda una regione sotto cumuli di rifiuti». Per Veltroni la parola d'ordine è concertazione, che definisce «un mezzo e non un fine, per sederci ad un tavolo e decidere le politiche per garantire la crescita con tutti i soggetti sociali, non ultime le piccole e medie imprese che hanno un ruolo centrale nelle politiche fiscali». A fargli eco è stato, ed è emblematico, il segretario del Prc: «Al paese serve un governo di scopo che faccia la legge elettorale e che applichi le norme contenute nella Finanziaria per l'utilizzo dell'extragettito a favore del lavoro dipendente, volute da un emendamento di Rifondazione comunista», ha dteto Franco Giordano. Soddisfatti della «sensibilità» al problema salariale di Veltroni anche i radicali. «Quella di Veltroni - affermano l'eurodeputato Marco Cappato e la segretaria di Radicali italiani - è una posizione che certamente condividiamo, che coincide con quanto da noi Radicali pubblicamente proposto in ogni sede, contro le tentazioni sfasciste di liquidare un Parlamento che è oggi meno ricattabile da parte delle componenti più conservatrici e massimaliste, e dunque è più libero di fare quelle riforme urgenti per il Paese».