Walter sfida Forza Italia: "Vada da sola alle elezioni"
E sfida Forza Italia. Il sindaco di Roma oggi salirà al Quirinale e non ha nessuna intenzione di cambiare linea. Ieri ha incontrato sia Massimo D'Alema sia Romano Prodi per fare il punto della situazione. In mezzo una conferenza stampa che originariamente doveva servire ad illustrare il cammino dei circoli del Pd ma che, alla fine, si è trasformata in un'anticipazione di quanto sarebbe avvenuto oggi. Il segretario del Partito Demcratico è stato chiaro: «Penso che, soprattutto in questa fase, l'Italia abbia bisogno di un tono di voce volto a costruire e non a distruggere, a dialogare e non a litigare. Altrimenti il paese pagherà un prezzo altissimo». Per questo la sua offerta resta invariata: serve «un'assunzione nazionale di responsabilità» delle forze politiche in modo da andare al voto «fra 8-10-12 mesi» avendo fatto prima le riforme di cui il Paese ha bisogno. Ma per Veltroni non ci sono solo le riforme. «Se si dovesse fare un governo - aggiunge - credo che debba avere al centro della sua azione il come aumentare i salari e al tempo stesso la produttività». Il leader del Pd sa però che non sarà facile superare lo scoglio Berlusconi. Per questo starebbe comunque valutando anche la possibilità di dare il via libera ad un governo di due-tre mesi che abbia come obiettivo unicamente quello di fare la legge elettorale. E non è detto che Forza Italia sia indispensabile. In ogni caso Veltroni continua il suo pressing affinché gli azzurri ci ripensino: «Ho rivolto un appello e non da oggi. Aspettiamo. Mi piacerebbe che FI avesse lo stesso coraggio mostrato da noi». E provoca Berlusconi: «Se è così sicuro di vincere, corrano da soli senza allearsi con chiunque». Certo, la priorità de Pd resta comunque quella di evitare il ritorno alle urne senza una modifica dell'attuale sistema di voto perché c'è «la prospettiva assurda di precipitare verso le elezioni con una legge elettorale che tutti vogliono cambiare». «Perderemmo dei mesi - insiste - e l'invito è quello ad avere a cuore gli interessi del Paese e non il proprio tornaconto di breve periodo. Ognuno però si assumerà la propria responsabilità di fronte al Paese». Se elezioni saranno, però, i Democratici non si faranno trovare impreparati. Nessuno ha paura - ripetono come un mantra - di andare alle urne, anzi. Il Pd conta su una base solidissima di adesioni: se il trend prosegue, spiega Veltroni, alla fine saranno un milione e duecentomila. Insomma, più degli iscritti di Ds e Dl messi insieme. E poi c'è sempre il Cavaliere che, secondo il leader del Pd, con il suo richiamo alla piazza, ha mostrato un segno di debolezza. «Io sono figlio di una cultura istituzionale - commenta - e ho grande rispetto per le istituzioni. Mi auguro che nessuno possa fare pressioni sul capo dello Stato».