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Damiano si sfoga: «Dimenticati i salari»

Damiano

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Essendo costretti a ragionare o di elezioni anticipate o di governo istituzionale, le priorità economiche passano in secondo piano con grave danno per il Paese. E non le vedo nel programma di Berlusconi». Cesare Damiano, ministro del Lavoro, va dritto al sodo: «Un governo istituzionale, qualora si facesse, ha margini troppo stretti per occuparsi di temi che sono diversi da quelli per il quale viene formato, cioè legge elettorale e riforme istituzionali. C'è un'inversione di priorità». Ma allungare i tempi delle decisioni rinviando ancora il voto non è ancora più dannoso per il Paese? «Tornare al voto con l'attuale sistema elettorale sarebbe una grande disgrazia per il Paese perchè sappiamo che si tratta di un sistema appositamente pensato per l'instabilità. Ma quello che più mi colpisce in questa crisi è che chi l'ha provocata facendo cadere Prodi ha dimostrato di avere un assoluto disprezzo, una indifferenza verso i problemi reali del Paese e dimostra in nome del proprio tornaconto personale o dell'interesse di partito di non voler considerare le conseguenze che derivano al Paese da questa crisi». Non è per caso che temete l'esito delle urne? «Con le elezioni anticipate avremmo la mancanza di una guida e di continuità legislativa e amministrativa in un momento molto delicato: i venti di recessione dagli Usa porteranno un rallentamento dell'economa in Europa. La crisi di governo non aiuta il Paese a resistere a questa onda d'urto». Quale eredità lasciate a Berlusconi? «Nella prima Finanziaria abbiamo messo a posto i conti anche con sacrifici mentre con il protocollo sul welfare e l'ultima Finanziaria avevamo cominciato a distribuire risorse per la competitività e alla parte più debole del Paese. Si interrompe un'azione prevista che avrebbe portato già da febbraio all'apertura di cinque tavoli di confronto per restituire le risorse in più che derivano da lotta all'evasione e nero, ai salari e alle pensioni. In programma c'era la diminuzione del fisco sulle retribuzioni e sulle pensioni con l'aumento delle detrazioni e la revisione delle aliquote e l'allargamento degli incentivi per il salario di produttività. Poi avremmo affrontato il tema dei prezzi e delle tariffe, quindi la manutenzione del modello contrattuale con l'obiettivo della crescita della produttività. Sul tavolo anche il rinnovo dei contratti ancora aperti a cominciare dal publico impiego. Il quinto tavolo si proponeva di lanciare una grande campagna di sensibilizzazione sul tema della sicurezza sul lavoro. Tutto questo si interrompe, inoltre non si porta a compimento la riorganizzazione degli enti previdenziali con il previsto risparmio di 3,5 miliardi nel decennio». Ma non è detto che questi interventi non li faccia il prossimo governo, o no? «È chiaro che un governo di centrodestra avrà altre priorità. Dalle dichiarazioni di questi giorni mi sembra che Berlusconi ponga come priorità l'Ici, su cui peraltro siamo già intervenuti, e le intercettazioni che non mi pare possano influire sul potere d'acquisto delle famiglie».

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