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Per il popolo del centrodestra è la festa della liberazione

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In pochi minuti Piazza Colonna e via del Corso sono state prese d'assalto da circa duecento persone. Canti di giubilo, coriandoli, fumogeni, abbracci e festeggiamenti. Così è stata accolta la caduta di Prodi. Un attesa che era iniziata nel primo pomeriggio, quando i simpatizzanti di An si erano dati appuntamento a largo Goldoni. Qui era stato installato un maxischermo da dove era possibile assistere alle votazioni del Senato. Tutti insieme per seguire e sperare, come per una partita della Nazionale, che il risultato finale fosse quello sperato. Le parole del presidente del Senato Marini che annunciavano la «sconfitta» di Prodi sono state il segnale per dare il via ai festeggiamenti. I primi ad arrivare in Piazza Colonna sono stati i ragazzi di Azione Giovani, «accompagnati» da uno striscione con la scritta «Prodi, game over». Con loro anche alcuni esponenti del partito. Il senatore Domenico Gramazio, per esempio, che insieme al figlio Luca era al centro della piazza sventolando una bandiera di An. «Questa gente - ha detto - è la dimostrazione che la politica del governo non era così positiva come si voleva far credere. Ora occorre rimboccarsi le maniche e ridare forza e fiducia a un Paese con una politica che sia veramente vicina alle sue esigenze». Sorridenti anche il segretario romano di An Vincenzo Piso e il senatore Andrea Augello. A stringere mani e dare pacche sulle spalle dei manifestanti anche il presidente della federazione di An Gianni Alemanno. Ai festeggiamenti si sono aggiunti anche gli autisti delle auto bianche romane che hanno voluto esprimere il loro «affetto» all'ex premier con un cartello «Prodi per andare a casa...chiama un taxi». I conducenti, dopo aver issato i loro striscioni contro le liberalizzazioni di Bersani, si sono uniti alla sfilata. Al corteo hanno partecipato anche i militanti di Fiamma Tricolore, arrivati su un furgone da dove hanno lanciato fumogeni e cantato l'inno nazionale. Pochi, invece, i simpatizzanti di Forza Italia che hanno esibito un volantino con il volto di Berlusconi e la scritta «Elezioni subito». Qualcosa si è mosso anche a palazzo Grazioli, la residenza romana del leader di Fi. Qui alcuni automobilisti sono passati suonando i clacson e urlando slogan contro il Professore. Le manifestazioni di giubilo hanno sorpreso molti turisti stranieri, che non capivano che cosa era successo. Un ragazzo ha spiegato a un gruppo di loro che il governo era caduto e che, per questo, il Paese poteva tornare a respirare. A cento metri di distanza, infine, un episodio molto emblematico e tutto da decifrare. Una trentina di storni sono caduti in piazza Venezia finendo schiacciati da alcune auto. «Un segno da affidare - ha detto scherzosamente qualche passante - ad un aurispice dell'antica Roma». Ma, anche se era un segnale negativo per la sopravvivenza del Professore, è giunto con qualche minuto di ritardo.

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