In Campidoglio già si pensa al nuovo sindaco
Non poteva essere altrimenti, considerato il doppio ruolo di Veltroni, sindaco di Roma e segretario del Partito democratico. Mentre il Governo nazionale veniva bocciato al Senato, in Campidoglio si pensava già al dopo Veltroni sapendo di dover fare in fretta, pena una lunga fase di commissariamento. In effetti, le norme disegnano un quadro tutt'altro che semplice. In caso di elezioni anticipate il primo cittadino della Capitale, candidato in pectore alla presidenza del Consiglio, si troverebbe di fronte a un bivio: porre subito fine alla sua esperienza in Campidoglio oppure aspettare che il suo mandato si esaurisca secondo l'iter previsto dalla legge. In entrambi i casi c'è una data «salva commissariamento»: il 24 febbraio. La legge 120 del '99 prevede infatti che le elezioni degli organismi degli enti locali si debbano svolgere in un'unica tornata tra il 15 aprile e il 15 giugno. Per votare nel 2008, dunque, considerati i tempi tecnici necessari, il Consiglio comunale deve essere sciolto entro il 24 febbraio. Se si andasse oltre questa data sarebbe inevitabile il «commissariamento», fino alla primavera del 2009. Il bandolo della matassa sta quindi nelle mani di Walter Veltroni che, in caso di formalizzazione della candidatura alle elezioni politiche, potrebbe decidere di dimettersi subito avviando così il processo che attraverso lo scioglimento del Consiglio comunale porterebbe alle amministrative della prossima primavera. Ma c'è anche una seconda possibilità per il sindaco-candidato, le non dimissioni formali e quindi la sua «decadenza». Veltroni potrebbe cioè candidarsi senza di fatto rinunciare ad esercitare le sue funzioni di sindaco. Così facendo resterebbe in carica tutta la Giunta (che invece nell'ipotesi di dimissioni volontarie cadrebbe insieme al primo cittadino) con l'attuale vicesindaco Mariapia Garavaglia. Intanto è già partito il totonomine per il possibile «commissario» che potrebbe guidare l'amministrazione capitolina fino alle nuove eventuali elezioni. E sembra al momento favorita la candidatura di Achille Serra, ex prefetto di Roma, oggi Alto commissario contro la corruzione nella pubblica amministrazione. Una candidatura di alto profilo istituzionale che potrebbe mettere tutti d'accordo ma che presuppone anche un'ipotesi commissariamento comunque non appoggiata né dalla maggioranza né dall'opposizione. Un'altra questione è quella politica. E qui le cose non si semplificano. Se Veltroni dovesse presentarsi alle elezioni, il più accreditato a succedergli come sindaco sarebbe l'attuale presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, legato al coordinatore nazionale del Pd Bettini, ovviamente a Veltroni di cui è stato anche vicesindaco, e ai ministri D'Alema e Rutelli. Per adesso soltanto un'ipotesi, eppure verosimile. Tra gli altri candidati sindaco ci sono i nomi dello stesso Bettini, regista del cosidetto modello romano, e del vicepremier Rutelli. Una partita difficile che si giocherà tra poche settimane.