Berlusconi attacca: "Al voto subito. No a governi tecnici"
Silvio Berlusconi gongola e fissa i paletti durante il collegamento telefonico con Porta a Porta: «Niente governi tecnici, al voto e basta». E poi rispettosamente saluta Prodi: «Capisco le sue difficoltà a governare, fino all'ultimo pensavo che avesse delle carte coperte. Ma mi sbagliavo. Dobbiamo attrezzarci al più presto possibile e lo diremo al Capo dello Stato per dare la parola agli elettori affinché possa con urgenza esserci un esecutivo che operi per riparare ai guasti che sono venuti in questi mesi di Governo della sinistra» Si rimescolano dunque tutte le carte, soprattutto quelle che lo vedevano impegnato nella partita con il Partito democratico. L'asse di centro Berlusconi-Veltroni che sembrava condividere un percorso comune verso una nuova legge elettorale salta definitivamente: «Con Walter Veltroni non ci sono più margini di dialogo - ha detto categorico il leader di Forza Italia ai microfoni di Bruno Vespa - C'è una legge elettorale vigente che è una buona legge e dalla quale, in un mese, si potrebbe togliere l'anomalia del premio di maggioranza regionale, portandolo a essere premio di maggioranza nazionale». Sulla Cdl Berlusconi ha invece precisato: «Oggi c'è armonia, credo che tutti si ritroveranno uniti nella necessità di dare vita a una maggioranza coesa, basata sugli stessi valori, con un programma molto preciso che abbiamo già in mente». E sulla possibilità di aprire le porte della Casa della Libertà a Mastella, il cavaliere è sembrato più che ottimista: «Abbiamo dato vita a un nuovo movimento che è il grande partito dei moderati e dei liberali in cui possono entrare tutti. Credo che chiunque possa venire, se segue i nostri principi e condivide i nostri valori, che tra l'altro sono proprio quei valori che hanno consentito alle democrazie occidentali di crescere nella libertà e nel benessere». «Non è però il caso di festeggiare - ha precisato più tardi Berlusconi arrivando a un cinema di Roma dove si stava proiettando un film-documentario sulla vita di Bettino Craxi - il mio stato d'animo ora è quello di una persona che sa che dovrà rimboccarsi le maniche e lavorare». E poi, dimenticando per un momento la caduta del professore al Senato, Berlusconi ha ricordato l'amico Bettino Craxi e le «disavventure» dello statista, più che mai attuali: «È stato un grande uomo politico, vittima dei comunisti che sono abituati a demonizzare gli avversari con le loro procure, i loro giornali e i loro mezzi di informazione. È l'unico politico che in quel sistema di finanziamenti illeciti dei partiti ha avuto il coraggio di denunciare quello stato di cose in Parlamento». L'ex premier, comunque, ha sottolineato che «È in corso un processo di riabilitazione che penso ormai sia completato. Craxi è stato una vittima». Alla proiezione del film-documentario su Craxi hanno partecipato anche altri politici, tra cui il presidente del Senato Franco Marini e il leader dei liberaldemocratici Lamberto Dini, protagonisti pochi minuti prima della fine del Prof.