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Il Cavaliere si sente già in campagna elettorale

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Silvio Berlusconi

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Questa volta voglio candidare anche i sindaci, tutti quelli che si sono impegnati sul territorio». Questo significa che ci sarà una «ripulitura» dell'attuale squadra di parlamentari? Berlusconi legge subito sui volti dei deputati che gli si sono assiepati attorno, il timore di perdere la poltrona. «Nessun timore sarete ricandidati tutti ma siccome vinceremo di lunga misura, la squadra si allargherà e ci potranno essere altri ingressi» ha aggiunto subito per tranquillizzare i parlamentari. Si respirava aria di otimismo tra gli scranni del centrodestra con Berlusconi diventato il re dei capannelli, circondato dallo stato maggiore di Forza Italia. E mentre la deputata Paola Pelino, la regina dei confetti, fa circolare i suoi dolci, Berlusconi, in ottima forma, dà la carica a base di sondaggi favorevoli, battute ironiche contro il centrosinistra e barzellette. «Ora che Mastella è con noi, non c'è partita con la sinistra». Poi rivela che sta ricevendo «tante pressioni per un governo di larghe intese ma a tutti dico che ora non ci sono le condizioni. Il rincarico a Prodi? Vediamo, dia le dimissioni ma in ogni caso è al capolinea». Si intrattiene con Fini a dimostrazione che la crisi di governo ha spazzato via le ultime nubi polemiche tra i due. «Hanno discusso anche di un governo Amato o Marini» rivela Alemanno ma la conclusione è che quella delle elezioni è una strada obbligata. Nella prospettiva della campagna elettorale sono stati allertati i Circoli di Dell'Utri e quelli della Brambilla e la macchina organizzativa dei gazebo. Berlusconi sciorina i dati degli ultimi sondaggi. «Tutte le indicazioni che abbiamo dalle indagini sulla popolazione ci danno da 12 a 15 punti di vantaggio. Secondo questi numeri, che sono palpabili perchè si avvertono nell'atmosfera generale del Paese, ci sarà una forte maggioranza del centrodestra sia alla Camera che al Senato». Berlusconi fuori dall'Aula ribadisce il no secco a un governo di transizione. «Con la fine della maggioranza politica, si può andare al voto anche con questo governo che si occupi dell'ordinaria amministrazione». L'ex premier rassicura gli alleati circa le voci insistenti nelle ultime settimane: «Non ho mai fatto accordi sotterranei con il Pd alle spalle degli alleati. Sui principi enunciati da Vassallo si poteva discutere. Poi, però, improvvisamente, il presidente Bianco ha presentato un bozza diversa dalla prima, che ha capovolto tutto». Quanto alle riforme istituzionali «le faremo dopo il voto, insieme a tutte le forze più responsabili del Paese e senza bisogno di un'assemblea costituente» ha chiarito Berlusconi in Transatlantico. Anzi secondo il Cavaliere «sarebbe sufficiente una settimana per modificare l'attuale legge elettorale, trasformando il premio di maggioranza al Senato da regionale a nazionale». Tant'è che secondo il leader di Forza Italia «queste modifiche potrebbero essere apportate anche dall'attuale governo, dopo la sfiducia, nello svolgimento dell'ordinaria amministrazione permettendo così di andare alle elezioni in primavera».

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