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Fisichella, Dini e Scalera dicono no. Ora l'Unione è a quota 156

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Se martedì il Professore poteva fare affidamento su 160 sì contro 160 no e, nonostante la situazione di perfetta parità che non gli avrebbe permesso di ottenere la fiducia, poteva ancora sperare di rimanere in piedi, oggi la situazione è cambiata in peggio. A ridurre al lumicino le speranze del premier di raggiungere il quorum ci hanno pensato prima Domenico Fisichella (che ha annunciato il suo «no»), e poi i liberaldemocratici Lamberto Dini e Giuseppe Scalera, che hanno deciso di non votare la fiducia ma non hanno chiarito se diranno no, si asterranno o parteciperanno al voto (dal gruppo si è sfilato Natale D'Amico). Tre staffilate che si aggiungono ai «no» già dichiarati, e ieri riconfermati, di Clemente Mastella e degli altri due senatori dell'Udeur Tommaso Barbato e Nuccio Cusumano e del senatore dissidente della sinistra, il trotzkista Franco Turigliatto. Un altro esponente della maggioranza, poi, il senatore indipendente Luigi Pallaro, ha fatto sapere che rimarrà in Argentina. In questo modo il quorum di abbassa da 161 a 160 ma per l'Unione cambia poco. Partita da quota 158 scenderà a 150 per le defezioni annunciate per risalire a 156 con i voti dei senatori a vita. Ancora troppo poco.

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