Matteoli (An): "Clemente è già nel centrodestra"
Quantoal grande centro non ci credo, è superato dalla storia e inattuabile». Altero Matteoli, presidente dei senatori di Alleanza nazionale, a due giorni dal voto decisivo in Senato sulla fiducia al governo Prodi, è sicuro che l'ex Guardasigilli possa considerarsi ormai nella coalizione di centrodestra. Il cellulare è rovente con i senatori del partito che lo chiamano per riferigli le ultime indiscrezioni su presunte manovre della maggioranza per accaparrarsi qualche senatore. Siete pronti per il giorno decisivo del governo? «Certo che lo siamo. I senatori di Alleanza nazionale sono tutti mobilitati. Saranno presenti in Aula anche con la febbre. Ogni assenza sarà sospetta». Si dice che nel centrosinistra è scattato il mercato dei senatori. Voi che fate? «Io non posso offrire poltrone a nessuno. Confido nella serietà dei colleghi della coalizione. Ma poi non è così facile comprare un senatore. Ognuno di noi ha la sua storia, la sua tradizione politica, il suo radicamento». Ma è possibile in caso di sfiducia al Senato che venga sciolto un solo ramo del Parlamento? «Se Prodi fosse rispettoso delle regole dovrebbe salire al Quirinale già dopo la fiducia alla Camera perchè la otterrebbe senza l'Udeur e quindi con una coalizione che è diversa da quella che è uscita dalle elezioni. Dal punto di vista strettamente tecnico c'è stato un solo precedente negli anni Cinquanta quando si decise di modificare la durata dei due rami del Parlamento. Fino a allora il Senato durava in carica sette anni e si decise di equipararlo alla Camera con la durata di cinque anni. Allora per consentire la votazione in contemporanea si decise di sciogliere anticipatamente il Senato. Ora siamo di fronte a una crisi che non è solo numerica ma soprattutto politica. Il Paese non vuole più questo governo e Prodi dovrebbe avvertirlo». Mastella nel centrodestra come lo vede? «Siccome siamo in un sistema bipolare è logico pensare che se un esponente del centrosinistra si stacca dalla sua coalizione è per andare nell'altro schieramento, non vedo alternative. Peraltro Mastella è sempre stato anomalo nel centrosinistra dove si è scontrato con la sinistra radicale per divergenze di valori su molti temi. Nel centrodestra sarebbe diverso. Mastella ha in comune con la nostra coalizione molti valori. Sarebbe quindi un ritorno a casa». Non temete che Mastella possa ricreare gli stessi problemi nella vostra coalizione? Cioè che con questa legge elettorale possa essere tentato dal tirare la corda anche con voi? «Le coalizioni sono difficili da gestire ma con Mastella c'è comunanza di valori ed è questo l'importante». Berlusconi ha detto che Mastella si è già messo d'accordo con Casini... «Non lo so. Ma forse Berlusconi ne sa più di me». Il che significa che lei non crede nell'ipotesi di un grande centro? «Quando un periodo storico è finito non si può ricostruire. Sono sogni. Non ci sono i presupposti per riesumare la vecchia Democrazia cristiana, non è una questione di legge elettorale è semplicemente che si è concluso un ciclo». An è pronta per il voto? «Alleanza nazionale è un partito di militanti e a mettere in moto la macchina elettorale ci vuole mezza giornata». In caso di nuove elezioni si riproporrà per il centrodestra il problema della leadership? «Mi pare di no ma intanto pensiamo a far cadere Prodi. Mi sembra che questi discorsi sulla leadership della coalizione siano prematuri». Significa che avete superato tutti i contrasti con Forza Italia? «Quando Berlusconi ha dichiarato che non c'è più la Cdl noi ne abbiamo preso atto ma abbiamo ribadito che che comunque il centrodestra c'è e bisogna lavorare per rilanciarlo. Non si chiamerà più Cdl ma in modo diverso». Si chiamerà Partito della libertà? «Sull'ipotesi dello scioglimento dei partiti dell'ex Cdl nel Pdl, per quanto riguarda An non ci sarà nessun scioglimento per confluire nel Pdl. An non confluisce da nessuna parte».