Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

«Serve un nuovo Patto per i redditi»

default_image

  • a
  • a
  • a

Un parametro che ormai non basta più per consentire ai lavoratori di evitare l'appiattimento dei redditi» spiega a Il Tempo, Marco Paolo Nigi,(nella foto) segretario generale della Confsal Cosa serve allora? È tempo di rivedere la politica dei redditi del Paese, di superare l'accordo del 1993. E di creare un nuovo sistema di contrattazione che tenga conto di tre parametri fondamentali: prezzi, tariffe e fisco. Cosa è che non funziona più? Applicare la sola inflazione programmata nei rinnovi contrattuali, in un contesto in cui con l'ingresso nell'euro i prezzi e le tariffe sono andati alle stelle, ha solamente appiattito il potere d'acquisto dei dipendenti. In media dal 2001 salari e stipendi hanno perso il 30% del loro valore. Il quadro di riferimento è cambiato. Ed è da modificare anche il modello di contrattazione seguito. Anche le altre sigle sindacali sembrano sulla stessa linea. C'è sicuramente un'identità di vedute da parte di tutto il mondo sindacale per superare l'attuale sistema. E tutti concordano perché sia stipulato un nuovo Patto per i lavoratori e pensionati che, nel fissare gli aumenti retributivi, metta in conto appunto prezzi, tariffe e fisco. Servono proposte immediate. Si può partire dalla detassazione degli aumenti contrattuali. Questo consentirebbe di lasciare da subito più valore in busta paga. Non solo. Si deve tenere conto della specificità dei contratti. Può spiegare meglio? Scuola e sanità sono settori strategici per lo sviluppo del Paese. Bene. Occorre investirvi di più rispetto ad altri settori. E dunque riconoscere aumenti più alti rispetto ad altri comparti. Ha toccato il tasto dei rinnovi che nel pubblico impiego, che in alcuni casi ancora mancano. Il contratto delle tute blu può aiutarvi? L'auspicio è quello. Ma non ci illudiamo. Quello dei metalmeccanici fa effetto perché è quello che numericamente interessa il maggior numero di persone. Ma prima di questo sono stati chiusi già importanti accordi nel settore privato come per le Poste e le Ferrovie. Non è accaduto molto, dopo, per il pubblico impiego. Insomma non penso che ci sarà un effetto di trascinamento.

Dai blog