Maurizio Piccirilli m.piccirilli@iltempo.it Mercoledì ...
Ad attenderli il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità Leone Paserman e i massimi esponenti del mondo ebraico. Saranno presenti anche il sindaco di Roma Walter Veltroni, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra. Un evento eccezionale che fa seguito alla visita che il rabbino capo Riccardo Di Segni rese nel marzo di due anni fa. «Il solo fatto che questa visita sia possibile vuol dire che si è andati avanti nel dialogo. Questo è certamente un passo difficile per la comunità islamica che al suo interno ha posizioni diffuse molto critiche. Siamo in evoluzione nei rapporti». Quali saranno i temi al centro dell'incontro? «È principalmente un messaggio simbolico e spettacolare. Ci scambieremo discorsi. Si farà il punto della situazione. Un altro tassello per rompere il ghiaccio». In questi giorni abbiamo visto tanta intolleranza culminata con il niet alla visita del Papa alla Sapienza. Dal Tempio maggiore arriva un messaggio totalmente diverso... «Si sta facendo una grande confusione. Le tante anime differenti non riescono a interagire. Si dà troppo importanza a chi grida di più invece che a coloro che pensano di più». Ci sono segni di intolleranza religiosa e razziale? «Non mi sembra che ci sia molto di nuovo rispetto al passato. Noi ebrei non stavano tranquilli nè quando comandavano i religiosi nè quando c'erano i laici». In questo momento il dialogo tra le tre fedi monoteiste è più intenso? «Non è un triangolare nè una competizione. Ogni lato deve trovare l'equilibrio con il lato vicino, le differenze sono molte e variegate. Non si deve però perdere mai di vista il rapporto r il rispetto reciproco tra tutti». Ritornando all'incontro di mercoledì come si svolgerà? «Il cerimoniale prevede l'arrivo della delegazione islamica in sinagoga, ci sarà un intermezzo musicale quindi lo scambio di discorsi. Seguirà poi una visita la museo del Tempio». Su cosa verterà il suo discorso? «Sostanzialmente affronto i temi già trattati in moschea. Segnalerò le specificità della situazione italiana e sottolineerò l'importanza di questo dialogo. Proprio perchè avviene a Roma assume un significato particolare con riflessi in tutto il mondo. Se riusciamo a fare bene qui, è uno segnale per fare bene ovunque».