Filippo Caleri f.caleri@iltempo.it Hanno alzato la voce. ...
Almeno nei proclami. E contro un esecutivo inerte le principali organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, hanno lanciato ieri il loro ultimatum: o arrivano soluzioni e misure concrete oppure, il 15 febbraio, sarà sciopero generale. Sono stati i direttivi dei confederali, riuniti ieri, a votare con una larga maggioranza un documento in cui all'invito a «uno scatto di iniziativa politica e sociale» da parte del governo sul fronte dei salari è stata allegato anche l'avvio delle mobilitazione dei lavoratori in previsione di uno stop collettivo a metà febbraio. Una giornata preceduta dalle assemblee dei lavoratori nei luoghi di lavoro e riunioni territoriali dei delegati. Insomma anche i sindacati avvertono una sostanziale inerzia del Governo sui temi dell'economia. I direttivi hanno denunciato, infatti, «il ritardo dell'esecutivo nell'avviare il confronto con le parti sociali sui temi della crescita e della redistribuzione attraverso l'alleggerimento del carico fiscale su dipendenti e pensionati, un efficace intervento calmieratore sui prezzi e le tariffe, una crescita della produttività e dei salari ad essa collegati, una rivalutazione delle pensioni attraverso l'attivazione del tavolo previsto dal protocollo del 23 luglio 2007». Che ci sia però l'attesa per un incontro a Palazzo Chigi nel quale il Governo proponga soluzioni e si impegni a concretizzarle è testimoniato dalle parole del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha precisato che la mobilitazione ci sarà «nel caso non proceda la discussione sulla vertenza dei salari». Il sindacalista aveva chiesto poi chiarezza al governo: se Damiano e Letta hanno fatto trapelare che si sono incontrati per stabilire un calendario di incontri, «è bene che lo dicano per non creare confusione. Sono giorni che cerchiamo di rassicurare le persone su redditi e salari. Non siamo disponibili ad assecondare il solito teatrino». «Ogni giorno qualcuno ci ricorda il problema dei redditi, vuol dire quindi che è vero per questo bisogna dare risposte, penso a iniziative di carattere fiscale» ha aggiunto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. E di «risposte serie da parte del governo» ha parlato anche il leader della Uil, Luigi Angeletti. Dall'esecutivo è arrivata la risposta del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, secondo cui «se il sindacato fa seriamente una lotta sui salari nei confronti dei datori di lavoro e dello stato è solamente un bene».