E Prodi «salva»

Questo è quanto prevede una norma inserita nel decreto Milleproroghe, in questi giorni in discussione alla Camera, e riferita alle mancate sanzioni irrogate dall'Istat. La vicenda si riferisce al periodo 2002-2006 e riguarda appunto quelle multe che l'istituto nazionale di statistica non ha mai applicato nei confronti di quei cittadini, aziende ed Istituzioni che alle indagini dell'Istat non hanno mai risposto. Sanzioni che sono prescritte dalla legge e che vanno da un minimo di 516 euro ad un massimo di 5mila 164. Ma appunto l'Istat non le ha mai applicate, non preoccupandosi nemmeno di fare un conto del loro ammontare complessivo. E a questo punto è arrivata la Corte dei Conti. I giudici contabili, infatti, a conclusione di una lunga inchiesta, hanno accertato l'esistenza di un «danno erariale» per 191 milioni di euro a carico dell'Istat, oltre ad una serie di persone, in tutto 35, tra cui lo stesso presidente Biggeri, che sarebbero responsabili per la mancata applicazione delle sanzioni. E se ciò non bastasse ha anche gettato un'ombra sull'affidabilità delle indagini dell'istituto nazionale di statistica proprio per colpa delle sanzioni mai applicate. In sostanza secondo i giudici contabili tutto ciò avrebbe portato ad «una non corretta rilevazione» per la «presenza di dati incompleti». Infatti in questi cinque anni circa il 40 per cento dei questionari è rimasto senza risposta, un dato che per la Corte ha inciso sul campione e sull'esattezza delle rilevazioni. Ad esempio sulle indagini infrannuali riferite alle imprese la Corte Costituzionale esprime le proprie preoccupazioni evidenziando che «in alcuni anni si registra quasi il cinquanta per cento di mancate risposte». Un elevato tasso di mancate risposte» che «può suscitare perplessità sulla bontà dei dati» e che in soldoni si traduce in 31 milioni di euro di multe perse. E la situazione peggiora quando si passa ad analizzare le indagini annuali dove il passivo di sanzioni non erogate arriva a circa 139 milioni di euro. Più contenute le perdite di dati e soldi nelle indagini sulle famiglie e di quelle delle Istituzioni pubbliche e privati che si limitano a 10,48 milioni per le prime e 10,34. Accuse pesanti alle quali il presidente ed i suoi collaboratori dovranno adesso rispondere cercando di evitare la scure del danno erariale. Ma in loro soccorso è arrivato Romano Prodi, con un «regalo» di 191 milioni al suo amico Luigi Biggeri, presidente dell'istituto. Infatti la norma prevista dal governo ed inserita nel decreto limiterebbe l'irrogabilità delle sanzioni solo a quei questionari a cui i vari soggetti hanno espressamente rifiutato di voler rispondere. Quindi una robusta restrizione dei casi sanzionabili. Un vero colpo di spugna che nei fatti ridurrebbe di molto le somme che l'Istat avrebbe dovuto percepire.