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Asse Silvio-Clemente

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Se ne sta con le mani in tasca questo barbuto parlamentare forzista. E sorride, lui che ha attaccato mille volte Mastella e il suo sistema di potere. Lui che fu eletto per giunta proprio nel collegio di Santa Maria Capua Vetere: «Ma quel procuratore, quel Maffei, lo conosco almeno dagli anni '60. Ero studente di giurisprudenza e andavo a ripetizione privata da lui. Alla terza lezione dissi a mia madre: "Mammà, non ci vado più, meglio che non buttiamo i soldi"». E ride. Poi si fa serio, Novi: «Questa storia di Mastella ha solo frenato, forse bloccato il lavoro fatto finora». Quale lavoro? «Oramai era fatta. Per la Regione Campania si andrà a votare prima della scadenza naturale, che è il 2010. Il progetto prevedeva che Mastella si candidasse da solo alla guida di una lista civica, senza dichiarare alleanze. E subito dopo il centrodestra si sarebbe dichiarato d'accordo». Tutto il centrodestra? Novi sorride e se ne va. Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur alla Camera, glissa: «Guardatevi quello che è successo in aula l'altro giorno». Al discorso di Mastella, alla freddezza del Partito democratico che s'è limitato a una difesa d'ufficio. E la solidarietà piena di Sandro Bondi, la solidarietà solo umana di Fini, lo stesso Fabris che gli replicava secco. Si è riaperto un canale. Ma davvero Clemente puntava alla Regione Campania? «Lui no, magari l'operazione si stava studiando con lei, con Sandra», risponde Nicola Consentino, che di Forza Italia è il coordinatore in Campania. Proprio Clemente, parlando con La Stampa, si lascia andare: «A me pare che ci vogliono eliminare. Me e naturalmente a Sandra. Tutti sanno che De Franciscis vuole candidarsi a governatore della Campania: e chi è così stimato, apprezzato e pulito che può ostacolargli la strada? Sandra. E guarda che succede...». In conferenza stampa aveva volutamente inserito il Cavaliere tra i big da ringraziare, in mezzo ad Andreotti e Cossiga. Mentre non aveva inserito Veltroni, per esempio. Il canale si è riaperto. «Possiamo solo dire che assistiamo a un allontanamento dell'Udeur dalla maggioranza», spiega un fedelissimo di Berlusconi che chiede anonimato. Che aggiunge: «E gli elementi che seggnalano questa situazione sono due: il Pd che ha preso le distanze e la legge elettorale». Già, la legge elettorale. I tempi ormai sono strettissimi. Dal 15 aprile potrebbe essere fissata la data del referendum e in Parlamento i giorni a disposizione per varare una legge sono sempre meno. Resta lo scampolo di gennaio e febbraio, poi a marzo arriva lo stop per Pasqua: basta un minimo ostruzionismo e tutto salta. Fabris non si scompone: «Un accordo c'era già a Pasqua dell'anno scorso, ed era sulla bozza Chiti. Poi ci hanno detto che bisognava aspettare l'elezione di Veltroni e ora ci troviamo in questa situazione. Veltroni ha voluto fare il fenomeno». Ma di voto in Campania non si parla: «Adesso pensiamo a quelli che sono stati bloccati, poi vedremo il resto». Intanto la crisi si avvicina e Fabris resta freddo: «La prossima è la settimana decisiva».

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