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Sindaci, striscioni e tifo per il Ceppaloni day

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Alla conferenza stampa convocata di mattina all'Hotel President di Benevento ci sono alcune centinaia di sostenitori ad accoglierlo con applausi e cori, una trentina di sindaci della provincia con le fasce tricolori, striscioni e cartelli, parlamentari e consiglieri regionali dell'Udeur. Al suo arrivo Mastella appare disteso: stringe qualche mano, saluta qualcuno, e - scortato da un drappello della polizia penitenziaria - entra in un salone sovraffollato, dove per ascoltarlo bisogna sedersi a terra. Il tono di voce è quello fermo di chi controlla le emozioni ed ha già assunto le proprie decisioni. Che non ritirerà le dimissioni lo ha già anticipato alle agenzie prima della conferenza stampa, ma lo ribadisce subito, cominciando un «monologo» di quasi un'ora. Difende con forza la moglie Sandra Lonardo, che è agli arresti domiciliari nella villa di famiglia: «Dimostrerà la propria innocenza. La sua moralità è talmente alta, che mesi fa ha subito un attentato alla propria vita». Subito il leader dell'Udeur annuncia le conseguenze del terremoto giudiziario che lo ha colpito, di quella che definisce «la crisi del sistema»: «Daremo l'appoggio esterno al governo, ma saremo esigenti sui valori, sulla politica estera, sulla legge elettorale. Non ci siamo nel governo, come non ci siamo alla Regione Campania». E ad un giornalista che lo avvicina a fine conferenza stampa aggiunge: «Non indicheremo alcun ministro della giustizia a Prodi».

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