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Rifiuti, in discarica

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finisce l'agricoltura

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Non a caso qui la regione vanta il primato del maggior numero di prodotti a denominazione o a indicazione di origine protetta (Dop/Igp), in tutto quattordici. Senza contare poi i 29 vini Docg, Doc e Igt, ed i 329 prodotti tradizionali censiti dalla Regione. A questi poi si uniscono le 13 città del biologico, le 40 del vino, i 30 centri dell'olio e le 4 del pane. Ma ci sono anche sedicimila ettari di territorio coltivati a biologico oltre al 25 per cento della superficie protetta da parchi e 734 agriturismi. Cifre fornite da «Agrisole», la rivista de Il Sole24ore che si occupa del settore agricolo, che adesso sta cercando di fare luce sulle ricadute economiche dell'emergenza rifiuti. Senza parlare poi del dramma dell'inquinamento atmosferico, vero punto dolente, da cui si produrrebbe la diossina con il conseguente inquinamento dei terreni e delle stesse acque. Per ora le cifre che girano non promettono nulla di buono colpendo soprattutto le produzioni enogastronomiche che oltre ad aver fatto la fortuna della regione dà lavoro a migliaia di campani. Ma adesso l'intero settore potrebbe crollare sotto il peso di un'emergenza tanto annunciata quanto profonda. Da Coldiretti arriva il grido d'allarme quantificato in circa 500 milioni di danni. Una cifra notevole anche se qualcuno ipotizza che alla fine possa lievitare notevolmente. Perdite forti al punto che la stessa associazione dei coltivatori sta pensando di presentare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese a cui abbinare anche una petizione per l'avvio di un intervento di recupero ambientale da fare immediatamente per la salvaguardia del territorio. Finora sono centomila i cittadini campani che hanno sottoscritto la petizione. Non basta perché la Confagricoltura campana lancia anche la richiesta di un censimento dei siti inquinati con l'impegno di mettere in campo una serie di interventi di bonifica. Tornando sul fronte delle perdite del settore agricolo, «Agrisole» sulla base anche dei dati offerti della Cia, la Confederazione italiana agricoltura, stima che il crollo per frutta ed ortaggi possa aggirarsi intorno al 35 per cento, mentre per la produzione di latte i numeri si attesterebbero sul 20 per cento. Più pesante il passivo per la produzione casearia, mozzarella e formaggi in prima fila, che arriverebbe al 40 per cento di perdite. Un quadro preoccupante per le 135mila imprese campane impegnate nel settore agricolo e per le decine di migliaia di persone e famiglie a cui il suolo campano dà da vivere. Una situazione che adesso per la stessa Cia impone di non far finta di nulla e di avviare immediati interventi a sostegno dei produttori in difficoltà.

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