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Mastella, sì alla lottizzazione: "I nostri criteri sono questi"

Clemente Mastella

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[...] all'Hotel President di Benevento. Nessuno può permettersi di esprimere «giudizi ingenerosi», aggiunge. E attacca: «Sono fiero di questo partito»: in migliaia di intercettazioni «non c'è una solo caso in cui si possa parlare di una tangente presa». Le espressioni come "quella persona per me è morta", significano solo «che non voglio averci a che fare». «Non c'è una intercettazione - insiste - in cui io chieda un primario o altro». L'assessore a Benevento? «Non ho mai parlato con il sindaco, ma anche fosse sarebbe concussione?». E ancora: «I rifiuti a Benevento vanno meglio di altre parti, anche meglio di Santa Maria Capua Vetere dove da dieci anni - rimarca Mastella - c'è un'inchiesta non arriva alla fine». Capitolo segnalazioni: «Se investo su una persona che va a guidare un ente ne pago le conseguenze, per questo ho sempre seguito la politica di scegliere i migliori». «Se viene nominato un primario cretino e mi succede un incidente? Io i cretini non li voglio. Se segnali uno bravo - sottolinea - lo fai per questo motivo... Poi ci sono stati casi in cui i partiti hanno sbagliato, ma il criterio è quello. Come anche il criterio di non prendere tangenti, perché i miei genitori mi avevano insegnato, non che è reato, ma che è peccato e non si può fare». Si dice pronto a discuterne, «se vogliamo creare regole regole diverse» ma «questo è e allora come mai per una nomina io sarei concussore e per tutte le altre nomine in Campania non ci sarebbero ne concussi nè concussori?». Mastella si sente molto vicino a tutte le persone accusate ingiustamente. «Quando uno scopre di avere il cancro capisce tutte le persone che vivono questo dolore», ammette esprimendo la sua solidarietà. Siamo di fronte a una «crisi di sistema che va al di là di una crisi di governo: se un gruppo di magistrati nel nostro paese decide di mandare a casa un governo può farlo», avverte Mastella. «Questa mia Pasqua molto dolorosa dà l'anticipo di quella che verrà», dice ancora Mastella. «Quando sono diventato ministro della Giustizia, Cossiga mi disse: "sappi che tu e la tua famiglia sarete intercettati"». È successo così e si è arrivati a questa «ingiustizia palese contro mia moglie». Mastella ricordando che già nel '98 si era dimesso sottolinea: «Hanno tentato di portarmi come esempio della casta, ma è il mio modo di fare legato alla gente più umile. Sono orgoglioso e fiero del mio partito». «La notizia della moglie del ministro della Giustizia arrestata ha fatto il giro del mondo. Ho scelto una splendida ragazza tanti anni fa», dice Mastella visibilmente emozionato ricordando il viaggio premio per la laurea negli Stati Uniti, presso uno zio che era lì come emigrante. Combatterà contro questa azione «scomposta, irrazionale, ingiusta»: «Io e mia moglie siamo persone per bene che hanno faticato ad arrivare dove sono arrivate, mio papà era insegnante alle elementari, quello di mia moglie contadino», sottolinea ancora. Chi ha provocato questa situazione «dovrà rendere conto di fronte a dio e agli uomini», ma «non ho commesso fatti di cui vergognarmi». Quanto al governo «non ci siamo» quindi «daremo il nostro appoggio esterno e saremo molto esigenti». La stessa cosa anche in regione, le «cose non saranno come prima». Le prime parole pronunciate da Mastella sorprendono la folla di cronisti: sono dedicate al pontefice, al quale il ministro dimissionario esprime «grande solidarietà», annunciando la presenza dell'Udeur alla manifestazione di domenica. Subito dopo però, entra in argomento: «Ho parlato con Prodi e confermo le mie dimissioni, le confermo per la mia dignità, per la mia onorabilità, perché non voglio sentirmi uno della casta».

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