Fini non ci sta: «Così si rompe»
Sembravatornato il sereno tra Fini e Berlusconi ma le dichiarazioni del Cavaliere sul ritorno ai principi da cui era partita la discussione sulla legge elettorale, hanno di nuovo alzato la tensione tra An e Forza Italia. È un monito secco quello che arriva dal leader di Alleanza nazionale che mette in guardia l'alleato dal fare accordi a due con Veltroni che An non potrebbe sottoscrivere. «Io e Berlusconi abbiamo opinioni diverse sulla riforma elettorale: Berlusconi ritiene che si possa fare un accordo in Parlamento, io, soprattutto dopo la sentenza della Consulta, ritengo che non è obbligatorio fare la legge elettorale in Parlamento». Nel primo pomeriggio Berlusconi si era detto favorevole alla strada del referendum e su questo Fini aveva lanciato un commento di soddisfazione. «La contrarietà di Berlusconi alla bozza Bianco era già nota. Certamente è positivo che Berlusconi valuti anche il referendum come una via percorribile per una nuova legge elettorale». Incalza il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa che amplifica il messaggio di Fini: «Siamo assolutamente convinti che all'Italia bisogna dare una nuova legge elettorale buona. Se una buona legge elettorale per la quale siamo disposti a lavorare è all'orizzonte, bene. Se questo non avvenisse, c'è la strada maestra del referendum che non ha più ostacoli da qui alla sua celebrazione». Si è fatto sentire anche il numero uno dell'Udc Pier Ferdinando Casini: «Mi auguro che Berlusconi non faccia saltare la bozza Bianco. Non credo che lo farà, nonostante quello che ha detto». Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc ribadisce che con Berlusconi «c'è l'idea comune di portare a termine il lavoro della bozza Bianco». Per il segretario della Dc per le Autonomie, Gianfranco Rotondi «la bozza Bianco è un'offesa alla politica, va cambiata, meno male che c'è il referendum che mette a rischio tutti e salvaguarda il bipolarismo».