Veltroni: «Serve un cambio di passo»
Il leader del Pd: solidarietà a Mastella. Ma spera che confermi le dimissioni
Certo,il sindaco di Roma non manca di esprimere la propria solidarietà al Guardasigilli auspicandosi che «continui il suo lavoro ai vertici del ministero», ma c'è la consapevolezza che la situazione è critica. Veltroni ne discute per oltre un'ora in una «riunione informale» con il suo numero due Dario Franceschini, i capigruppo di Camera e Senato Antonello Soro e Anna Finocchiaro, il coordinatore del Pd Goffredo Bettini. Alla fine quello che viene fatto trapelare è sostanzialmente un rinvio. «Stiamo aspettando la decisione di Mastella che ha compiuto un gesto di grande dignità» spiega Finocchiaro. Fino ad allora la posizione del partito resta quella espressa da Franceschini nell'Aula della Camera: il ministro accetti la richiesta di ritirare le dimissioni. In ogni caso bisogna distinguere tra il comportamento di alcuni magistrati e la fiducia nell'operato della magistratura, che resta totale. Il problema è che il segretario non sa come fare per uscire dall'impasse. Da un lato è consapevole che Mastella non può rimanere al suo posto (non fosse altro che per una questione di opportunità) contemporaneamente, però, teme che l'Udeur, sentendosi sotto attacco, decida di mollare l'Unione aprendo una crisi che potrebbe rivelarsi letale. Sullo sfondo c'è poi la necessità di marcare una distanza da Palazzo Chigi in un momento in cui l'immagine del nostro Paese all'estero è messa a dura prova dalla vicenda rifiuti e dalla scelta di Benedetto XVI di non recarsi all'università La Sapienza. E non è un caso che delle sorti del Guardasigilli si sia parlato anche durante la riunione che Veltroni ha avuto con gli amministratori locali campani sulla vicenda rifiuti. «Nella percezione dei cittadini - spiega il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci - le due cose si collegano». Così è chiaro che, quando il Pd chiede una svolta per recuperare la credibilità di politica e istituzioni, non si riferisca solo a Bassolino e Iervolino. Anche Peppino Caldarola non nasconde le difficoltà. «Molti di noi - spiega - pensano che quello contro Mastella sia un agguato. Respingere le dimissioni è stato un atto giusto, ma credo crei un certo imbarazzo al ministro che, forse, potrebbe difendersi meglio da dimissionario. E poi c'è la posizione dell'Udeur. Bisogna capire se confermano o meno il sostegno alla maggioranza». In ogni caso nel Pd c'è la convinzione che non si potrà andare avanti a lungo. «Quanto può resistere un ministro in polemica forte con la magistratura e in una situazione di evidente conflitto di interessi?» si domanda un deputato vicino al segretario. Ecco allora che l'accettazione delle dimissioni potrebbe essere, alla fine, l'unica soluzione possibile. A quel punto Romano Prodi potrebbe assumere l'interim alla Giustizia o, ipotesi meno probabile, a via Arenula potrebbe arrivare Piero Fassino.