Rifiuti, l'allarme arriva a tavola
Un rischio gravissimo per le tantissime aziende del posto che proprio sulle produzioni tipiche hanno fatto le loro fortune. Un brutto colpo anche per la Campania che dopo aver visto ridursi il flusso di turisti potrebbe trovarsi a fare i conti con la riduzione delle vendite delle proprie tipicità enogastronomiche. L'allarme è lanciato adesso anche da Legambiente che già dallo scorso dicembre aveva avanzato questa ipotesi mettendo in guardia sulla necessità di commisurare il piano rifiuti alla tutela delle produzioni locali. Il tutto è contenuto nelle osservazioni inviate lo scorso 17 dicembre al piano rifiuti predisposto dall'allora commissario ai rifiuti il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa. Quasi una trentina di pagine dove si passa al setaccio il piano e soprattutto si valutano quelle che potrebbero essere le ricadute sul territorio campano, in particolare quello casertano, con l'avvio del progetto messo in piedi dal prefetto. Ed è qui che Legambiente prende in esame i possibili effetti sulle produzioni locali. Una lunga lista di prodotti tipici che nel tempo hanno fatto la fortuna della regione Campania e che ne pagarebbe le conseguenze. Il timore da parte dei responsabili dell'associazione ambientalista vicina al centrosinistra si sofferma soprattutto sulla localizzazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti che come viene precisato nel documento deve rispettare dei criteri ben precisi. Criteri che poi saranno funzionali alla scelta da parte della Province su dove allocare gli impianti. Da qui la necessità di fare molta attenzione al rapporto ambientale di accompagnamento al piano ufficiale altrimenti a pagarne le spese saranno proprio i prodotti locali. Così nella lista stilata da Legambiente trovano spazio la mozzarella di bufala, prodotto locale per eccellenza, e l'olio extravergine di oliva delle Terre Aurunche. Rischio che riguarderebbe anche la famosa «mela annurca» e la castagna del vulcano di Rocca Monfina. Ma in pericolo anche le acque minerali. Infatti non è un mistero che la gran parte delle più importanti acque minerali che oggi trovano posto sulla nostra tavola provengono proprio dalla Campania e dal casertano. Attenzione ai territori di Pratella, Riardo, Rocchetta e Croce, Vitulazio. A rischiare ci sarebbero alcuni formaggi come la provola delle Valli del Volturno ed il caciocavallo di bufala prodotto sempre nella zona del casertano e tutelato dal marchio Dop. Intanto sul piano operativo Legambiente ha organizzato per sabatouna la manifestazione «Voler bene alla Campania» per chiedere la fine dell'emergenza rifiuti. Manifestazione a cui hanno dato la loro adesione i presidi e gli insegnanti della Campania oltre alla Confederazione Italiana Agricoltori nazionale che come precisano puntano a «sollecitare una politica nuova ed adeguata nello smaltimento dei rifiuti e nella raccolta differenziata e per la costruzione di validi impianti di riciclaggio e compostaggio. Una politica per la tutela dell'ambiente e del territorio».