Maurizio Gallo [email protected] Un grande amore. Un ...
Sullo sfondo, un piccolo dettaglio che inevitabilmente si presterà a dietrologie: lo zio di De Franciscis si chiama Mariano Maffei e di mestiere fa il procuratore capo a Caserta. È lui che coordina le indagini sulla presunta clientelopoli sanitaria campana nella quale sarebbero coinvolti Mastella e la moglie Sandra. Quando nel giardino dei moderati di sinistra spunta la Margherita, uno dei grandi acquisti di Mastella è proprio De Franciscis, considerato politicamente uno dei «figliocci» di De Mita, che passa all'Udeur e, in seguito, viene candidato alla presidenza della Provincia. De Franciscis riesce a vincere e il 5 aprile 2005 sale sulla poltrona della presidenza. È la fase più affettuosamente intensa del rapporto. Lo zio togato del presidente della Provincia e il leader dell'Udeur appaiono insieme in numerose occasioni pubbliche e in giro tutti sanno che tra i due ci sono ottimi rapporti. Niente di male, niente da dire. Nel gennaio del 2006 la prima crepa si apre nella molto amichevole relazione fra De Franciscis e il partito di Clemente. Pomo della discordia, la direzione generale dell'ospedale San Sebastiano. Il primo vede di buon occhio in quel posto Luigi Annunziata (la signora Lonardo in Mastella oggi è accusata di tentata concussione nei suoi confronti). L'Udeur ha altri candidati. Annunziata prevale e si consuma il primo strappo fra i due ormai ex sodali. Il medico, che era «simpatizzante» dei Popolari-Udeur al momento della sua designazione, si avvicina a De Franciscis. E il secondo, doloroso strappo avviene quando il dirigente dell'azienda ospedaliera vara la nomina del nuovo direttore sanitario sostenendo Diego Paternostro, primario del Pronto Soccorso ed ex dirigente di Forza Italia molto vicino al capo della provincia casertana. A Paternostro si contrappone Carmine Iovine, sponsorizzato dal Campanile. Il consigliere regionale e segretario provinciale dell'Udeur Nicola Ferraro (tra gli arrestati) critica la candidatura di Paternostro, sostenendo a colpi d'interrogazioni che non ha i titoli indispensabili per ricoprire quella carica. Invano. Paternostro ha la meglio. La contesa ospedaliera è quasi parallela a quella squisitamente politica. Lo scontro avviene nella primavera del 2006 in occasione delle primarie per stabilire il candidato sindaco dell'Unione al comune di Caserta. Nicodemo Petteruti, ex assessore comunale ai Lavori pubblici, il 12 marzo vince le consultazioni (con l'appoggio, tra gli altri, di Sandro De Franciscis) contro il candidato Udeur Gianfranco Alois. Petteruti replica il successo alle elezioni del 28 e 29 maggio e al successivo ballottaggio. A giugno diventa primo cittadino con il 53,2% dei voti. La rottura fra Mastella e il capo della Provincia è ormai definitiva. Dopo le comunali, De Franciscis, che ricopre ancora il ruolo di segretario provinciale del Campanile, organizza la «Lista dei Riformisti per il Pd». A questo punto il blitz mastelliano: Clemente commissaria il partito e mette Ferraro al posto dell'ex amico. La storia è questa. Il lettore può trarne le conclusioni che vuole. Ed è proprio alla relazione familiare fra il magistrato e De Franciscis, figlio di una sorella di Maffei, che Mastella fa riferimento quando parla di «esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono i suoi stretti parenti». Il commento del procuratore? «Mastella dice che io sarei in colpa anche perchè ci sono dei rapporti di parentela con il presidente della Provincia, che io peraltro non ho mai nascosto - risponde Maffei ai giornalisti - Ma il presidente De Franciscis sa benissimo che qualunque irregolarità commetta finirà in galera. Come tutti gli altri».