Veltroni accerchiato rilancia: "Avanti con la bozza Bianco"
Sapendo che la sua unica possibilità di tenere ben saldo in mano anche il Partito Democratico sta nella capacità di portare a casa la riforma elettorale. Così ieri il segretario del Pd è tornato a mettere in chiaro i punti che per lui sono irrinunciabili contro gli attacchi che gli sono venuti anche dall'interno del suo partito. A Prodi — con il quale ha spiegato di essere in totale sintonia dopo il colloquio di lunedì — ha ribadito che il dialogo con Berlusconi deve andare avanti, a chi nel Partito Democratico non è d'accordo con la sua linea «decisionista» ha detto duramente che di correnti interne ne ha piene le scatole, e ai «piccoli» dell'Unione» ha spiegato che serve uno sforzo per portare a casa tutti insieme la riforma elettorale. Senza però rinunciare a due punti fondamentali: lo stop all'eccessivo frazionamento e l'esigenza di un nuovo bipolarismo. «Il 2008 sia l'anno dell'intesa tra la maggioranza e l'opposizione — ha spiegato ieri mattina durante la conferenza stampa di presentazione dei circoli del Pd — Se si sprecasse questa occasione, se si vuole difendere l'occasione di arrivare in Parlamento con un 2 per cento, si perderebbe una grande occasione». «È chiaro — ha proseguito — che se si chiede di abolire la soglia di sbarramento si abolisce la ragione per cui questa legge elettorale nasce, cioè abolire la frammentazione. Il Paese chiede un minor numero di gruppi, una stabilità dei governi, una visione programmatica. Il mio appello è affinché si cerchino tutte le soluzioni in questo ambito per consentire un bipolarismo non coatto ma virtuoso. Che la discussione continui». Ed è per questo che Veltroni ha fatto un richiamo ai partiti più piccoli: «Siate responsabili, la bozza Bianco si può modificare ma è una buona base di lavoro». Quindi avanti anche con il dialogo con Berlusconi. Perché, nonostante Prodi sia contrario, è comunque il leader del più grosso partito dell'opposizione. «Io credo che il dialogo possa continuare — ha spiegato in un'intervista al settimanale "Tempi". Ci credo proprio perché non l'ho mai visto come un gioco tutto politico per "agitare" il quadro: di una riforma l'Italia ha bisogno». E per il leader del Pd, Berlusconi va coinvolto anche a costo di lasciar cadere «scossoni, dichiarazioni e correzioni» a cui il Paese ha assistito in questi giorni. Ma Veltroni deve anche anche fronteggiare le critiche interne. Come quella di Rosy Bindi che è tornata a chiedere la convocazione dell'Assemblea costituente del Pd. «Nessun organo ha deliberato — ha rilanciato — e non bastano né le interviste né i comunicati per avvalorare le scelte solitarie del segretario, anche se eletto da milioni di cittadini. A quando una consultazione nel Pd?». Veltroni alle accuse ha replicato duro: «Il Pd dovrà evitare di avere correnti organizzate che sono quanto di più lontano dalla vita delle persone».