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Prodi respinge le dimissioni, Mastella prende tempo

Clemente Mastella con la moglie Sandra Londardo Mastella

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Dopo le manifestazioni di solidarietà giunte al ministro da maggioranza e opposizione, Prodi ha però respinto le dimissioni del ministro di Giustizia che, in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio stampa al termine dell'incontro con il premier a palazzo Chigi, ha affermato: ''Ringrazio il presidente Prodi per la fiducia confermata, ma in questo momento è più importante che io stia accanto a mia moglie. Ogni altra decisione verrà dopo". Il leader dell'Udeur si riserva quindi di decidere sulle dimissioni. ll Guardasigilli si era recato dal presidente del Consiglio con il capogruppo alla Camera dell'Udeur Mauro Fabris, che secondo le indiscrezioni di queste ore viene considerato come tra i più probabili candidati al dicastero di via Arenula. L'incontro è durato poco più di mezz'ora. Al termine del colloquio, il Guardasigilli ha lasciato la sede del governo per recarsi a Ceppaloni e incontrare la moglie. ''Mi dimetto perché tra l'amore per la famiglia e il potere scelgo il primo'', ha detto Mastella nell'aula di Montecitorio spiegando di voler lasciare via Arenula ''per essere più libero umanamente e politicamente'', pur sapendo che ''un'ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l'ordinamento manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa. Colpa che invece non ravvisa nell'esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm si occupi''. ''Mi dimetto - ha continuato il leader dell'Udeur nell'aula di Montecitorio - riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte, assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini''. E ancora. "Mi dimetto per senso dello Stato - ha proseguito durante la seduta nel corso della quale era prevista la relazione sullo stato della giustizia -. Lo faccio senza tentennamenti. Mi dimetto per riaprire una grande questione democratica. Anche perché, come ha detto Fedro: 'gli umili soffrono quando i potenti si combattono'. Mi dimetto perché ritengo, anche dopo la mia dolorosa esperienza che vada recuperata la responsabilità, almeno civile, dei magistrati''. Per il Guardasigilli, è stata ordita "una trappola scientifica contro di me vile ed ignobile. Così come vile ed ignobile è stato prendere in ostaggio mia moglie a cui voglio un mondo di bene". Il ministro ha spiegato di aver lavorato per ricomporre ''la frattura tra magistratura e politica'' ma ''per alcune frange estremiste sono un avversario o, peggio, un nemico da abbattere". Contro di me ''è iniziato il tiro al bersaglio, quasi una caccia all'uomo''. ''Avevo resistito alle scorribande corsare contro di me'', ora però, ''di fronte agli attacchi a mia moglie, getto la spugna''. Nell'Aula di Montecitorio, dopo le dimissioni di Mastella, applaudito in più punti del suo discorso, ha preso la parola Dario Franceschini che ha espresso la solidarietà umana e politica del Pd al Guadasigilli. ''Rispettiamo anche questa volta l'azione della magistratura - ha sottolineato - la sua autonomia anche quando tempi e modi di alcune azioni fanno riflettere e mettono dubbi. Sapendo che la valutazione, la riflessione, è sempre sui singoli magistrati e mai sull'operato di tutta la magistratura''. Pur esprimendo ''comprensione per la vicenda che riguarda la moglie'' di Mastella, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro bolla come ''inaccettabile'' l'attacco sferrato alla magistratura.

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