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Veltroni tira dritto: "Il dialogo va avanti, Berlusconi è disponibile"

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Walter Veltroni

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[...] dopoaver ascoltato senza commentare le dichiarazioni domenicali del Cavaliere, ha tirato un sospiro di sollievo e ha rilanciato il dialogo con il leader del Pdl. Con toni molto disponibili e assai diversi da quelli che, sempre ieri, sono arrivati dall'Unione a commento della «ritrattazione» di Berlusconi. Il centrosinistra, specialmente la parte prodiana del Pd, ha infatti accolto con freddezza le parole dell'ex premier. «Noto un certo affanno e precipitazione nel rassicurare sè e gli altri che oggi Berlusconi sarebbe tornato affidabile — è la critica di Franco Monaco — Conoscenza ed esperienza suggeriscono discernimento e prudenza: sia perché le parole di oggi sono l'esatto rovescio di quelle che ieri tutti gli italiani hanno sentito con le proprie orecchie; sia perché non è difficile immaginare quali siano il vero sentimento e i reali obiettivi del Cavaliere. Difficile piuttosto è derubricare a gaffe la sua uscita di ieri». Il segretario del Partito Democratico, invece, per tenere aperto il canale preferenziale con Berlusconi — quello che invece Prodi vede come il fumo negli occhi — è stato assai conciliante. «È la conferma di una disponibilità a cercare una soluzione — ha commentato — È tornato tutto dove eravamo. Mi sembra che ci sono tutte le condizioni per passi in avanti. Considero le affermazioni di ieri non accettabili. Non è accettabile la relazione tra legge elettorale e una vicenda che riguarda una scelta di azione legislativa per la riforma del sistema radio televisivo». Berlusconi, da parte sua, dopo aver letto i giornali ieri mattina, aveva spiegato la sua posizione. «La legge elettorale non c'entra niente con la Gentiloni. E non sono stato certo io a collegare i due temi che sono e restano separati e distinti perché riguardano due piani diversi. Sulla Gentiloni ho risposto a una domanda in coerenza con la realtà e con quanto ho sempre affermato: l'impossibilità di una futura collaborazione con un governo che si macchiasse di una simile nefandezza, inconcepibile in una vera democrazia». Dopo aver rassicurato Berlusconi, Veltroni nel pomeriggio è andato a palazzo Chigi per incontrare Romano Prodi e parlare proprio di legge elettorale. Un colloquio che dall'entourage del sindaco viene definito buono, senza contrasti. Sottolineando in maniera positiva le parole di Prodi, il quale nel pomeriggio aveva commentato: «Sostengo lo sforzo che si sta facendo per una legge elettorale che dia governabilità e stabilità al Paese». E poco più tardi una nota di palazzo Chigi ha confermato l'idea di un clima «positivo» nel faccia a faccia. «C'è identità di vedute tra il governo e chi sta lavorando per una legge che garantisca governabilità e stabilità. È una dichiarazione molto chiara che conferma ancora una volta che da parte dell'esecutivo non c'è diversità di vedute rispetto a chi lavora con l'obiettivo della stabilità». Infine Palazzo Chigi ha chiarito che il conflitto di interessi e la legge Gentiloni fanno parte del programma dell'Unione e che le politiche del governo non devono assolutamente influenzare il dibattito sulla legge elettorale.

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