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Walter e Silvio, l'"amore" ai tempi delle riforme

Walter Veltroni

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Un colloquio che, vista la vacanza caraibica del leader del Pdl (il Cavaliere è rientrato solo ieri a Milano per la partita del Milan), si è svolta giocoforza attraverso interviste. Mercoledì Berlusconi, su Il Corriere della Sera, aveva detto che l'unico interlocutore per le riforme era il segretario del Pd. E ieri, in un'intervista sempre sul quotidiano milanese, Veltroni ha ricambiato i complimenti arrivati da Antigua con dichiarazioni che hanno fatto infuriare la maggior parte della coalizione di centrosinistra. Il sindaco di Roma ha detto chiaramente che «non si può riscrivere la legge elettorale senza Berlusconi, senza il partito che con il nostro è il più grande d'Italia». Poi l'ex segretario dei Ds è passato a difendere gli imprenditori. Con parole che hanno fatto infuriare la sinistra radicale. Ma che sono state invece assai apprezzate dal mondo di Forza Italia. «Dobbiamo uscire dalla contrapposizione tra impresa e lavoro — ha spiegato Veltroni — Dobbiamo ripensare chi è l'imprenditore. È un lavoratore. Che rischia, che ci mette del suo, che magari non dorme la notte perché ha un mutuo in banca e non sa se potrà pagarlo. C'è una comunità di destini tra imprenditori e lavoratori». Ma il rapporto privilegiato che c'è tra i due leader ieri si è visto anche sulla vicenda della legge Gentiloni che dovrebbe mettere ordine nel sistema televisivo. Berlusconi ha lanciato il suo diktat, dicendo che non ci potrà essere dialogo con quei partiti che sostengono il ddl, scatenando l'ira di tutta l'Unione. L'unico rimasto in silenzio è stato ovviamente Walter Veltroni che, in un gesto di galanteria, ha evitato di attaccare il Cavaliere. Il flirt tra i due leader ha avuto un'accelerazione fortissima dopo il faccia a faccia del 30 novembre alla Camera. In quella occasione Silvio e Walter si scambiarono consigli, suggerimenti e proposte sul sistema elettorale che più gradivano e alla fine, in conferenza stampa, si spesero in complimenti reciproci. Da allora non è passato giorno senza che i due non si siano mandati messaggi, non si siano cercati. Con un obiettivo ben preciso: portare a casa una riforma elettorale che avvantaggi Partito Democratico e Pdl, che crei un sistema «bipartitico» e che consenta di andare al voto il prima possibile. Per liberarsi di Romano Prodi che però non è mai stato saldo come in questo momento sulla poltrona di palazzo Chigi. Per Veltroni l'esigenza nasce dal fatto che arrivare alla scadenza naturale della legislatura nel 2011 significherebbe logorarsi inutilmente e perdere così la possibilità di candidarsi a futuro premier, per Berlusconi c'è il pericolo di dover cedere la leadership del centrodestra. Così ai due non resta che flirtare e preparare la caduta di Prodi.

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