Fabrizio dell'Orefice [email protected] Fini è ...
E aggiunge: «Poiché nella bozza Bianco il diavolo è nei dettagli - spiega l'ex vicepremier - che poi tanto dettagli non sono (voto unico, voto disgiunto, circoscrizione unica nazionale o meno, modalità di attribuzione dei seggi, soglia di sbarramento...) è comunque opportuno approfondire la questione della legge elettorale e per quanto riguarda Alleanza nazionale è doveroso farlo in uno spirito che salvaguardia il bipolarismo e l'unità della coalizione di centrodestra». E a rafforzare la sua posizione arriva anche una dichiarazione di Altero Matteoli, presidente dei senatori di An e tra i big del partito che sono maggiormente in sintonia con il capo: «La nebbia che si era addensata sul bipolarismo si sta diradando e ne prendiamo atto con soddisfazione», dice Matteoli. L'ex ministro dell'Ambiente sottolinea anche che «la salvaguardia ed il rafforzamento del bipolarismo con l'indicazione del premier ed un proporzionale con un significativo sbarramento per superare l'eccessivo frazionamento dei partiti in Parlamento sono tre elementi irrinunciabili per Alleanza nazionale. È ovvio che, fatti salvi questi principi, An è disponibile a confrontarsi con chiunque sia di maggioranza che di opposizione per un confronto serrato e proficuo». L'indicazione non era un punto secondario. Il partito di Fini temeva infatti che Berlusconi volesse avviare una sistema elettorale che gli consentisse di fare una campagna di prosciugamento dei voti di An. Così non sarà perché il Cavaliere ha detto chiaro e tondo di non voler battere quella via. «Riguardo alla legge sul riassetto televisivo è fin troppo ovvio - osserva inoltre Matteoli - che è una materia distinta dalla legge elettorale come è altrettanto ovvio che An non potrebbe mai condividere una normativa mirata a colpire qualcuno piuttosto che affrontare seriamente le questioni che attengono - conclude il capogruppo al Senato - al reale pluralismo dell'informazione più che a quello della proprietà delle aziende della comunicazione». Che il clima sia nettamente più sereno lo si evince anche dalla successiva dichiarazione del portavoce di An, Andrea Ronchi: «Viste le importanti dichiarazioni di Silvio Berlusconi e quanto poi commentato da Gianfranco Fini, ritengo sia essenziale a questo punto un incontro tra Alleanza nazionale e Forza Italia per definire anche nei dettagli tutta la questione della legge elettorale, convinti come siamo che in questo momento è necessario lavorare per rafforzare il sistema bipolare e l'unità delle forze politiche di centrodestra». La risposta da Berlusconi non si fa attendere: «Anche noi come An siamo convinti della necessità di rafforzare l'unità politica del centrodestra. Ed è certo che nei prossimi giorni il presidente Berlusconi si incontrerà a questo scopo con il presidente Fini», dice Paolo Bonauti, portavoce del Cavaliere. Sembra dunque tramontare quell'inedito asse che si si era costituito a metà dicembre tra i piccoli partiti dell'Unione, Prodi e An sull'altra sponda e che minava il dialogo Veltroni-Berlusconi. Fini si chiama fuori. E si prepara a far slittare la conferenza programmatica del suo partito dalla prima decade di febbraio a metà marzo: si vuole attendere l'esito del dialogo per poi avviare il rilancio del partito.