Nicola Imberti n.imberti@iltempo.it In viaggio verso Roma ...
Ovvio quindi che la situazione attuale lo riempia di gioia. «Noi ci abbiamo sempre creduto - racconta -. Non abbiamo mai pensato che potessero arrivare spallate o crisi anche perché, al di là delle speranze, non c'erano motivi reali». Eppure a dicembre Prodi sembrava al capolinea oggi, invece, è più forte che mai. Cosa è successo? «Se vogliamo indicare una svolta io direi che l'ha creata a metà novembre Berlusconi». La famosa spallata? «Se fosse riuscito a mettere in difficoltà il governo sulla Finanziaria sarebbe stato diverso. Ma, passato quel momento, è chiaro che c'erano tutte le condizioni per rilanciarsi. Se a questo aggiunge: il fatto che l'esecutivo ha funzionato meglio di quanto si è detto ed è stato comunicato all'esterno e i risultati che stanno arrivando, ecco la svolta». Benissimo ma resta il fatto che, anche all'interno dell'Unione, qualcosa è cambiato? «Io credo che un altro aiuto al premier sia arrivato dalla confusione che si è creata all'inizio di questo anno sulla legge elettorale. In questa situazione Prodi è emerso come l'unico garante di tutti perché da mesi dice sempre le stesse cose e dice solo quello che sa di poter dire». Si riferisce all'intervista di Franceschini? «Quello di Franceschini era un richiamo che io considero non necessario. Ma è indubbio che ha aiutato Prodi ad emergere come garante. E io credo sia un bene per tutti che venga percepito così». Relegando Veltroni a un ruolo marginale. «Quello tra Veltroni e il premier è un rapporto positivo fondato sul dialogo e la cooperazione. Ed è destinato a crescere. Certo, i due hanno ruoli diversi. E ben venga tutto ciò che fa chiarezza su questa diversità. Aiuta a evitare inutili retroscena giornalistici». Oggi, però, Veltroni sembra in grossa difficoltà? «Veltroni si è assunto un compito difficile anzitutto perché il Pd è ancora in fase di costruzione. Inoltre, in maniera molto responsabile, si è addossato l'incombenza di trovare un accordo sulla legge elettorale che è oggettivamente un rompicapo». Il braccio destro del segretario, Goffredo Bettini, ha detto che nel Pd qualcuno lavora per distruggerlo. C'è chi dice si tratti dei prodiani. «Nessuno dell'area Prodi sta lavorando contro Veltroni. A noi interessa creare le condizioni affinché il rapporto tra il Presidente e il segretario cresca. Altrimenti saremmo dei suicidi». In ogni caso, nonostante il clima favorevole, non tutti i nodi sono sciolti. Per esempio c'è il referendum elettorale? «Nessuno sa come finirà, ma sono convinto che il referendum non sia più, come sembrava mesi fa, l'inizio delle fine. Se le cose continuano ad andare bene anche il dialogo sulla legge elettorale proseguirà». Quindi? «Quindi avanti fino al 2011. Tanto ormai abbiamo imparato a convivere anche con il Senato».