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Il giorno dopo lo «schiaffo» papale sul degrado nelle ...

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«Desta meraviglia — si legge nella nota — la strumentalizzazione politica che ha fatto seguito alle parole rivolte dal Santo Padre. Non era certo intenzione del Papa sottovalutare l'azione sociale che i responsabili della città di Roma e della Regione stanno compiendo con apprezzabile impegno». Il Papa, però, «non poteva non evocare, dando voce a quanti a lui si rivolgono, alcune problematiche umane particolarmente urgenti, che vanno affrontate con il contributo di tutti». La nota si conclude con l'assicurazione che la Chiesa «non farà mancare il proprio apporto e la propria collaborazione». Veltroni ha apprezzato la puntualizzazione vaticana e ha detto che dal Papa sono venute «parole molto belle, di apprezzamento e incoraggiamento». «Le strumentalizzazioni — ha aggiunto il leader del Pd — possono dare soddisfazione per 24 ore, ma poi rischiano di trasformarsi in un boomerang solo il giorno dopo». La presa di posizione della Santa Sede assume comunque un rilievo particolare e non mancano letture maliziose delle ragioni che avrebbero spinto a un passo che ha pochi precedenti. Il Vaticano, stando a queste letture, ha tutto l'interesse a mantenere un buon rapporto di vicinato con le autorità locali (e con Walter Veltroni in particolare), dovuto alla convivenza quotidiana gomito-a-gomito dettata dalla geografia, ma anche dall'urgenza di risolvere alcuni contenziosi come quelli che coinvolgono la sanità privata nella regione (500 milioni di euro di crediti vantati dal solo Policlinico Gemelli). E resta sul tappeto più che mai la questione di come il Campidoglio intenda chiudere la partita del registro delle unione civili. Giovedì, nelle parole del Papa su queste questioni, avrebbero pesato la sensibilità e il modo di porli all'ordine del giorno del cardinal Ruini. E ieri il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, avrebbe raccolto i cocci e deciso di aggiustare il tiro. Lo stesso Bertone ha rassicurato che tra Vaticano e Comune di Roma «proseguono il dialogo e la collaborazione». Del resto era già capitato che prima della votazione in Campidoglio sulle coppie di fatto, nonostante tutti i richiami alla prudenza, il settimanale diocesano Romasette avesse quasi «rotto le uova nel paniere» di Veltroni e Bertone con un editoriale piuttosto duro. Che le due «berrette rosse», il numero due del Vaticano e il numero uno del Vicariato di Roma, non siano sempre in sintonia su come gerarchia e Santa Sede debbano gestire i rapporti con il mondo politico rispetto alle questioni sensibili per la Chiesa, non è certo un mistero. A questo si aggiunga che è altrettanto risaputo che i loro «candidati» alla successione dello stesso Ruini alla guida della diocesi di Roma non sono gli stessi. La fine del mandato per Ruini potrebbe collocarsi tra giugno e luglio, per consentirgli di celebrare i 25 anni di ordinazione episcopale (29 giugno).

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