Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Berlusconi: «Non ho fretta»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Anzi, il voto in Commissione Affari costituzionali del Senato - questa la linea indicata agli azzurri - in ogni caso ci dovrà essere dopo il pronunciamento della Corte sui quesiti referendari. «Spero che prevalga lo spirito riformista ma l'esito è tutt'altro che scontato», dice ai suoi. Il suo sguardo è rivolto all'inizio della settimana prossima. «Prodi vuole mettere i bastoni tra le ruote», è la considerazione che va ripetendo ai suoi interlocutori. Per il leader azzurro il «braccio armato» del Professore sono i piccoli dell'Unione che per far saltare le possibilità di accordo tra Veltroni e Berlusconi vogliono vincolare il tema della legge elettorale al conflitto d'interessi: ed è chiaro - ha osservato con gli sherpa azzurri che prendono parte alla trattativa - che il leader del Pd «dovrà resistere al fuoco di sbarramento» dei «nanetti» del centrosinistra per arrivare al risultato. Berlusconi ha più volte spiegato di voler aspettare una proposta definitiva prima di discutere con gli alleati del centrodestra, ma il fatto che Veltroni non voglia «blindare» il testo viene visto come un buon viatico per approdare ad un testo conclusivo. Ieri poi Walter Veltroni ha aperto anche alle richieste di Alleanza nazionale sulla necessità di dichiarare preventivamente le alleanze prima del voto. Ipotesi che il partito di via della Scrofa pone come condizione prima di dare il proprio ok al testo Bianco. Nel centrodestra ottimista anche Pier Ferdinando Casini: «Si sta lavorando - ha detto - per un accordo ampio che non sia solo comprensivo di Forza Italia, Pd, Prc e Udc ma che si estenda anche ad altri partiti fondamentali in Parlamento come Alleanza Nazionale». «La bozza Bianco non è di certo la soluzione migliore, ma se è il viatico per superare gli ostacoli sulla riforma elettorale e lo strumento per un'intesa allora siamo disposti a dire sì» è il commento del segretario della Democrazia cristiana per le Autonomie, Gianfranco Rotondi. Secondo Roberto Villetti, leader del partito socialista, «in un giorno sarà difficile fare quello che si poteva fare in un mese, tanto più che la bozza Bianco almeno nel testo che finora ha circolato, appare una proposta indecente ed è inaccettabile la pretesa di votarla a scatola chiusa come testo base. C'era stato un approfondito confronto portato avanti dal ministro Chiti - continua Villetti - nel quale erano state rilevate larghe convergenze tanto nel centrosinistra quanto nell'opposizione e che è stato accantonato senza che se ne spiegasse il perché. Successivamente si è battuta tutt'altra strada con la ricerca di un accordo preferenziale con Berlusconi da imporre a tutti gli altri con le buone o con le cattive. Veltroni - conclude l'esponente socialista - si comporta come un leader che punta ad accrescere i consensi al proprio partito attraverso una manipolazione delle regole del mercato politico anche a costo di portare alla sconfitta il centrosinistra». Rita Benardini dei Radicali Italiani auspica riforme «indispensabili per la moralizzazione della politica italiana». Al primo posto, tra le priorità radicali, la questione della legalità, affrontata sotto diversi aspetti: «Il mancato riconoscimento degli 8 senatori regolarmente eletti e mai nominati; il seggio vacante alla Corte Costituzionale, l'inadempienza della Rai, e dei mass media in genere, nei riguardi del principio del pluralismo, sociale, religioso e politico; il conflitto di poteri determinato dalla vicinanza di politica e magistratura».

Dai blog